Discussione: Non avere tatto
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Vecchio 03-03-2008, 13.45.29   #20
Uno
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Non volevo condizionare il discorso, ma vedo che lo state portando avanti solo da un punto di vista, quello che poi è la conseguenza.
Proviamo a dimenticare il tatto verso altre persone, immaginiamo che noi dobbiamo percorrere un cunicolo come in certi videogiochi, questo cunicolo ha tratti solidi, altri molli, paludi, sabbie mobili, tratti di cemento, legno, di elastico e di gomma, sul pavimento e sulle pareti.
Ora è chiaro che procedendo aiutandoci con ciò che vediamo e dove non basta con il tatto (compreso quello dei piedi) dobbiamo stare attenti a non affondare, a riconoscere il rumore che fa il nostro passo se camminiamo sul legno o sul cemento... ad arrampicarci sulle pareti se il pavimento non ci sostiene.

Insomma siamo noi che non dobbiamo affondare nell'Essere dell'altro, non dobbiamo affondare se questo è (tutto o parte) una palude, ma dovremmo anche non appoggiarci se è una roccia.... ecco che il nostro tatto è relativo anche alla nostra leggerezza.
Se affondassimo nella palude altrui, non faremmo una buona cosa ne per noi che per l'altro, andremmo a sostituirci facendo anche violenza.
Ecco che avere tatto significa non affondare nell'altro, no cose tipo "glielo dico con calma", "mi faccio scrupoli" etc... queste sono conseguenze, sono modalità con cui mettere in atto il non affondare.

Sia chiaro, non è un discorso cinico: "l'altro è una palude, lasciamolo perdere", significa imparare il modo migliore per interagire con quest'altro, significa non avere manie di onnipotenza in cui ci illudiamo di saper trattare tutto quando invece ci impantaniamo danneggiando noi e l'altro.
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