Discussione: John Donne
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Vecchio 03-10-2005, 14.20.49   #3
Smashan
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Predefinito Riferimento: John Donne

Altra poesia, questa è ancora più bella a mio avviso.

Commiato: divieto di dolersi

Come gli uomini virtuosi mitemente si spengono
e sussurrano alle loro anime di partire,
mentre alcuni dei loro tristi amici dicono:
ora sta spirando, e alcuni dicono: no;

così noi dissolviamoci, senza rumore,
senza alluvioni di lacrime nè tempeste di sospiri;
sarebbe un profanare le nostre gioie
il dire ai laici il nostro amore.

Il moto della terra reca danni e terrori,
gli uomini si rendono conto del fatto e del suo significato;
ma la trepidazione delle sfere,
sebbene assai più vasta, è innocua.

L'amore dei rozzi amanti sublunari
(la cui anima è il senso) non può ammettere
l'assenza, perchè essa gli sottrae
gli elementi stessi che lo compongono.

Ma noi, con un amor tanto affinato,
che noi stessi non sappiamo che si sia,
mutuamente sicuri dell'animo nostro,
curiam meno l'assenza di occhi, labbra e mani.

Perciò le nostre due anime, che sono una,
benchè io debba partire, non subiscono
un distacco, ma un'espansione,
come oro battuto in sfoglia di aerea tenuità.

Se esse son due, lo sono al modo stesso
che son due le rigide parti gemelle del compasso:
l'anima tua, che è la fissa, non fa mostra
di muoversi, ma si muove quando si muove l'altra.

E benchè essa sia fissata al centro,
pur, quando l'altra gira più lontana,
s'inclina e si protende verso quella,
e si raddrizza quando l'altra torna.

Tale sarai per me, che devo,
come l'altra gamba, obliquamente aggirarmi;
la tua fermezza rende il mio cerchio esatto,
e mi fa terminare là dove ho incominciato.
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