Discussione: Criminale = malato?
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Vecchio 06-12-2009, 19.36.37   #2
stella
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Il criminale, nel momento in cui compie un delitto, è sempre malato.
(F. Dostojevski)

Sapete che la legge identifica un' "incapacità di intendere e di volere", anche parziale e temporanea, come un'attenuante della colpa e quindi della pena.

Per altri discorsi sparsi nel forum, abbiamo spesso detto che l'evoluzione individuale può essere espressa in termini di capacità di scegliere, la quale deriva dalla diminuzione del meccanismi automatici che guidano le persone, di fatto scegliendo al posto loro.
Molta psicologia inoltre parla di complessi che letteralmente possiedono gli individui che li portano, "costringendoli" ad agire in determinati modi.

Vista così la frase è da tenere in considerazione. Secondo voi?
In questa ottica saremmo tutti malati quindi potenzialmente criminali, chi non ha dei problemi di comportamento o qualche complesso irrisolto che ci fanno agire in un certo modo anzichè in un altro, senza arrivare a commettere crimini ?
Solo che tutto questo non ci spinge ad agire da criminali, cioè compiere atti molto gravi che sappiamo che saranno giudicati e condannati e che dovremo scontare.
Secondo questo ragionamento invece questi meccanismi impedirebbero alla persona di scegliere come comportarsi, per cui agirebbe automaticamente quindi non sarebbe interamente responsabile delle sue azioni.
Non sono d'accordo, se prendiamo qualche zona dove è alto il numero di crimini potremmo dire che quel contesto sociale non porta una vera liberà di scelta, ma delle scelte obbligate, se così si può dire, e invece in mezzo si trova sempre la persona onesta e retta anche se non esente dagli stessi problemi sociali, solo che ha fatto una scelta diversa e controcorrente.
Secondo me sono pochi i criminali veramente incapaci di intendere e di volere, per esempio, chi preso da un raptus stermina la propria famiglia, non credo che questo gli sia capitato all'improvviso ma sarà stata una cosa che covava dentro da tempo e che è esplosa all'improvviso...
Forse nel momento in cui compie questo crimine è incapace di scegliere, ma inconsciamente aveva già deciso e l'azione improvvisa è solo la parte finale....
Infatti Dostojevski parla del "momento" in cui commette un crimine, in questo caso sono d'accordo perchè in quel momento non pensa a nulla che non sia ciò che sta facendo (la freccia è già partita e non può chiamarla indietro), penso che in quel momento la sua capacità decisionale vada in tilt quindi se lo si esamina in quel momento non è un individuo capace di scegliere quindi malato, ma in tutto ciò che ha portato a quel momento aveva tempo di decidere e scegliere diversamente, o più semplicemente chiedere aiuto....

Ultima modifica di stella : 06-12-2009 alle ore 19.45.13.
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