Discussione: Correzione bozze
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Vecchio 04-12-2009, 21.18.35   #66
stella
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Gli domanda: "Sei pronto per qualche nuovo ritratto? ".
Aprendo la cartellina Fabrizio sfoglia un po' di ritratti, ne prende alcuni e li passa a Marta mentre le risponde: "Qualcosa sto facendo, provo un po' di stili diversi... tanto di fare i paesaggi mi sono rotto, sono sempre i soliti parchi protetti che già dipingono tutti, in giro per la città non c'è molto che valga la pena ritrarre, perciò mi concentro sui ritratti, possibilmente di ragazze giovani e belle ah ah ah! Il problema è che poi quando li vendi non puoi chiedere tanto se non inizi a farti un nome, fai fatica ma risultati pratici pochi... A te invece come va? stai quasi per finire con l'università o no?".
Alla domanda di Fabrizio Marta si lascia sprofondare nella poltrona, abbandona la testa all'indietro e sconsolata risponde con il viso rivolto al soffitto: " Laurearmi... sono fuori corso da una vita e ho dato appena la metà degli esami, non ce la farò mai. Il lavoro mi impegna tutta la mattina e non mi è possibile frequentare i laboratori".
Quindi allarga le braccia e, mentre dalla vetrata aperta della veranda le giunge fortissimo, tanto da sembrarle magico, l'odore dell'erba tagliata, sospira: "Amo questo profumo antico e sempre nuovo che esalta i sensi... un aiutino per dare un senso all'esistenza vero Mark?
Cessando di sorseggiare per un momento il suo gin tonic, anche Mark si gode l'inebriante profumo dell'erba : "L'esistenza... Ma secondo voi esistiamo davvero? Voglio dire... fuori da questo clan chi è al corrente della nostra esistenza? Oggi ad esempio mi hanno rimandato ben tre volte nello stesso ufficio e, ogni volta, l'impiegato si era dimenticato di me e mi guardava come se fosse la prima volta.
Vi assicuro che per un certo momento ho avuto veramente l'impressione di non esistere per la burocrazia... e probabilmente è così..."
"Eh lo so" ribatte Fabrizio "per fortuna ci si ritrova qui, in posti come questi, altrimenti di contatti umani reali ce ne sarebbero ben pochi, quasi tutti avverrebbero a livello virtuale, su schermi di computer".
Quindi beve l'ultimo sorso di vino e posa il bicchiere sul tavolino mentre Mark si rivolge a Marta: "Comunque... dai Marta! anche se non ti laurei che problema c'è? Il lavoro già ce l'hai, non è che con un pezzo di carta in più il pane ti verrebbe più buono, no?".
Le sorride come per rassicurarla e continua:
"E poi di questi tempi, col fatto che quasi tutti i forni sono automatizzati, ti assicuro che non si trova facilmente un pane come il vostro, fatto ancora in modo tradizionale..."
"Già... viene ancora lavorato come un tempo, con molta attenzione per la fase della lievitazione, e la cottura poi... un rito."
Marta risponde notando che i capelli di Mark sono illuminati dalla luce che emana dal braciere dietro di lui, pensa che è un gran bell'uomo e continua: "Adoro il profumo del pane... è un po' come quello dell'erba tagliata, lo conosci da sempre e sempre rinnova antiche e piacevoli sensazioni...
Comunque, Mark, il fatto che mi piaccia il pane non significa che mi piaccia il lavoro che faccio, è il contatto con la gente che mi crea difficoltà, mi costa molta fatica".
"Come mai?" domanda Mark, spostandosi una ciocca di capelli dal viso e sistemandosela dietro l'orecchio. "Non mi sembri una ragazza tanto timida...".
"La timidezza non c'entra Mark, caso mai è questione di pazienza..." precisa Marta mentre, presa dal discorso, riprende una posizione eretta "Dove lavoro la tradizione regna sovrana e non solo nella lavorazione del pane, non resta confinata al laboratorio ma continua nella vendita.
Il negozio è stato progettato di dimensioni ridotte, non c'è nulla di meccanizzato e usiamo ancora la vecchia bilancia, il pane è contenuto in ceste di vimini foderate all'interno con teli di cotone bianco, esposte per permettere al cliente di scegliere e solo in quel momento il pane viene insaccato. E' un ambiente piccolo e pulito, profumato e rassicurante, questo è l'aspetto del mio lavoro che mi piace e mi appaga. Amo le cose di una volta, solo che..." e le sfugge un sorriso al pensiero di quanto sta per dire, mentre i suoi occhi cercano di catturare lo sguardo di Fabrizio che continua ad osservare i nuovi arrivati in silenzio.
"Solo che...?" domanda Mark incuriosito dal sorrisetto di Marta.
Continuando a guardarsi in giro, Fabrizio sente il discorso tra Mark e Marta e, non appena lei si volta verso di lui, la guarda negli occhi per un istante e le dice: "….Solo che magari è pesante avere a che fare ogni giorno con la gente, a volte non sai più come comportarti, uno ha già pensieri di suo e doversi sobbarcare, anche se solo momentaneamente, le lamentele altrui non fa sempre piacere, tanto, stai tranquilla, anche se facessi l'architetto sai quante storie dovresti sentire dai tuoi clienti, al momento di pagare poi non ne parliamo...
Certo, ogni lavoro ha il suo risvolto negativo, ma credo converrai con me che quando la professione che fai è quella che ami per davvero, tutto diventa più sopportabile, anche il contatto forzato con la gente”.


(continua)
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