Discussione: Opera al nero.
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Vecchio 28-02-2010, 13.20.10   #129
Kael
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Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
Nell'Opera l'Alchimista purifica e divide le materie (una per volta) e questo nell'Opera al Nero non può far altro che evidenziare la parte oscura (e meno metaforicamente la materia che pur esistendo non vediamo di solito) che solitamente non percepiamo. Normalmente è mescolata talmente bene nella nostra vita che per alcuni non esiste neanche. Quello che nel detto Cattolico si dice del Diavolo: "il suo potere più grande è farci credere di non esistere".
Quando abbiamo potere su qualcosa? Quando la conosciamo.
E' proprio in quella materia, in quella parte oscura, che si cela uno dei più grandi segreti dell'Opera, no? Un po' come dicevamo nell'altro thread sulla morte, quando l'Universo ci sommerge con la sua potenza e in esso si nasconde il segreto della rinascita. Un segreto che, dicono gli Alchimisti, appartiene solo a Dio e a nessun altro, quando il Nero copre interamente il vaso nasconde l'intimo processo che avviene al suo interno, fino a che le nubi si diraderanno e da quel momento sarà possibile osservarne tutti i processi successivi...
Questa materia comunque è talmente nascosta che all'inizio non possiamo vederla, possiamo osservare solo gli effetti della sua azione, e mano a mano che l'Alchimista la isola e la separa dal resto diventa lentamente manifesta. Anche noi del resto, all'inizio, vediamo solo gli effetti delle nostre azioni "cattive" ma senza un serio lavoro non possiamo avere la tremenda esperienza di vedere in faccia colui (o quella cosa) che ce le ha fatte fare...

Citazione:
Il nostro sconfiggerlo è solo prenderne il sopra--vento (so chi è e dove è e mi posiziono in modo che non possa nuocermi, ostacolarmi etc.. al limite lo posso pure sfruttare se sono esperto)
Sopravvento in senso di dominio ma anche di sopra--vento, quando Dio aleggiava come un vento sopra l'abisso all'inizio della creazione.

Citazione:
Come dicevo sopra questo spaventa.... si passano momenti di vero e proprio terrore (l'etimologia moderna si è persa dei pezzi per strada, ma nel terrore attraverso il tremore dell'anima e del corpo si attua quella vibrazione che separa il grano dal loglio, per usare una metafora Cristiana, ma anche chimicamente nonchè alchemicamente ogni reazione abbisogna della sua giusta vibrazione: discorso che approfondiremo).
C'è anche la sofferenza, si, ma da sola non basta.
Vibrazione che è intimamente connessa al fuoco, basta pensare a come l'acqua messa sul fornello inizia a vibrare fino a raggiungere l'ebollizione. Il fuoco è dunque il principale artefice di ogni operazione e reazione, il solo capace di aprire i corpi, da qui la massima importanza con cui l'Alchimista deve amministrare il suo fuoco per dare di volta in volta ad ogni sostanza la sua esattissima vibrazione per ottenere i risultati voluti (lavoro sovrumano se si pensa che per noi tutto il legno brucia allo stesso modo, mentre in Alchimia si debba fare attenzione ad usare di volta in volta esattamente quell'essenza di legno piuttosto che un'altra per ottenere esattamente il grado di fuoco richiesto)
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