Concordo con Ray... ma e' troppo forte l'analogia con l'attore... il palcoscenico... la veste... o meglio la giubba (i pagliacci di Leoncavallo)...
L'umilta' e' lo sguardo silenzioso dell'attore davanti all'immagine struccata dopo la recita...
L'umilta' e' il volto sudato dell'attore... la presa di coscienza di quel volto senza "faccia in farina"...
La gente paga e ridere vuole ancor... ma il "pagliaccio" scopre l'umilta' osservando un volto sconosciuto in quello specchio... per troppo tempo ha tenuto la faccia in farina... ed ora l'umilta' si mostra nella sua immagine allo specchio...
Umilta' e' un'atto di momento presente... faccia a faccia con se stessi... nessuna veste essenziale... nessun armadio contiene la veste dell'umilta'...
perche' l'umilta' non ha spettatori paganti...
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