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Vecchio 01-07-2009, 22.19.18   #33
stella
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Originalmente inviato da griselda Visualizza messaggio
Qualche giorno fa ho dato un nome a questo mio sentire... entro in libreria da sola e mi si para davanti agli occhi un libro dal titolo: dipendenza affettiva qualcuno mi aveva già soffiato nell'orecchio, ma la mia mente annaspa sempre e se non mi venisse incontro non so quale sia questa parte, ma è una parte di me, quella che mi ha condotto in quella libreria da sola e mi ha messo davanti a quel libro.
Lo apro e leggendolo mi scendono le lacrime dagli occhi, mi dico che non devo compiangermi e stringo i denti e mi allontano da quella emozione inutile. Tutto quello che viene descritto nel libro già nelle prime pagine mi descrive nei minimi dettagli.... la prima cosa che mi viene da fare sentendo l'ansia salire è...leggere di corsa, poi chiudere il libro, poi aprire un post e condividere perchè da sola non reggo...la paura di fare da sola di non essere capace di fare da sola, proprio come dice anche il libro. Inoltre descrive bene la sensazione di fame d'amore, di mancanza di amor proprio, di affidare la proprio vita agli altri perchè non ci sente all'altezza di essere capaci di farci felici da soli e neppure di riuscire a fare allora ci si affida al primo venuto pur di non prenderci la responsablità di fare noi da soli. E' terribile averlo da sempre intravisto e diverso dal vederlo tutto insieme li scritto che penetra dentro come un sorta di veleno che se lo lasci fare senti che può ucciderti mentre tenta già di paralizzarti.
Non sono ancora arrivata al punto dove descrive come conoscersi perchè le persone che vivono questo problema non si conoscono non si vedono e delegano la loro vita all'altro diventandone dipendenti sino allo stremo, sino all'ultima goccia di energia che donano all'altro pur di non dover fare da soli, pur di non dover dipendere da se stessi tanta è la paura della solitudine, di rimanere soli con se stessi, del grande vuoto di quella voragine che inghiotte tutto senza mai dare un senso di pienezza o di appagamento che è all'interno di noi.
Questo senso di mancanza di affetto, questa voragine ci sono persone che tentano di riempirla con tutto dal fumo, all'alcol, al sesso all'affetto....ma sino a che si scappa da se, sino a che non si impara ad essere responsabili di se, a smettere di farsi manovrare dai sensi di colpa, o dalla paura di non essere amati, dall'orrore di quel tremendo vuoto interiore non si può iniziare a fare niente.
Ho tanta paura di continuare a leggere ma so che la prima parte della strada è leggere e capire che fare e poi prendere il coraggio a due mani e lanciarsi nel fare con il naso chiuso alla puzza della paura che prende dentro quando si tenta di avvicinarsi a quella voragine antica.
Chi è dipendente affettivo?
Chi ha sete d'amore una sete insaziabile.
Chi si metto sotto la tutela di qualcun altro lasciandogli la responsabilità della sua vita.
E' un impiegato modello pronto a tutto per essere apprezzato.
Si aggrappa perchè teme di essere abbandonato o che lo si lasci.
Vive per procura, è attratto da quello che gli piacerebbe essere, non ha progetti non ha sogni, non ha a cuore nulla per se vive di riflesso.
Ignora chi è i suoi interessi ricalcano chi gli sta accanto e non è consapevole del suo valore
E' appassionato preda di grandi slanci, molto sulle nuvole, vive alla velocità della luce e il colpo di fulmine è cosa a lui nota.
Ed eleva la sua conquista al cielo per meglio venerarla, guardando il lato lucido della medaglia, quello più scintillante. Ha la memoria corta.
Vive aspettando e sperando in una lunghissima fila d'attesa.
Non si ama, ha una visione negativa di sè e non si interessa a ciò che è, a forza di allontanarsi da sè diventa superficiale suo malgrado: un contenitore senza contenuto, una maschera.
E' sottomesso all'estremo e la sua soglia di tolleranza è molto alta troppo alta, è incapace di mettere limiti perchè ha paura di perdere l'amore.
Mi hanno colpito queste parole, perchè in alcuni tratti mi ci ritrovo, anche se non vorrei ammetterlo.
Volendo fare un'analisi il più possibile oggettiva di una situazione così, penso che anche qui c'è uno scambio del tipo "io rinuncio a me stessa per essere come tu mi vuoi e in cambio vorrei la garanzia che mi amerai sempre, non mi lascerai mai".
Ma in questo modo si rischia proprio di perdere l'amore, perchè obiettivamente è difficile amare una persona che dice sempre sì, che è sempre sottomessa, che non dimostra il suo carattere, ma si può creare anche una dipendenza da questa persona per cui sarebbe difficile rinunciare a lei.
E in questa maniera la dipendenza sarebbe reciproca, ognuno ha paura di perdere l'altro, ma per motivi diversi dall'amore che dovrebbe essere uno scambio di due persone libere e indipendenti.
Quello che osservo in me è che c'è come un bisogno di espiare chissà quali colpe per meritarsi l'amore di qualcuno e per sentirsi accettate, anche se razionalmente lo so che l'amore non ha bisogno di questo per manifestarsi, e un'altra cosa che osservo è che si tende a ricadere negli stessi errori anche con persone diverse con le quali non abbiamo proprio nulla da espiare.
Ora sto migliorando, ho imparato a dire no quando ci vuole, e anche a fare cose diverse da quelle che magari si danno per scontate e vedo che in questo modo il rapporto si arricchisce...
Altra cosa che ho imparato è che non c'è nulla da temere a confidarsi, a dire la verità sulle proprie paure, sui propri timori e sulle proprie aspettative, e così un po' alla volta essere se stesse.
Infine diventare individui che possono vivere anche senza l'altra persona, fa sì che nessuno dei due pensi che non può vivere senza l'altro, e allora, quando si rischia di perdere l'atra persona, non si dà più tutto per scontato e il rapporto migliora.
Se invece si scopre che l'amore non c'è e si era scambiato per amore un bisogno psicologico, è un altro discorso che si dovrebbe fare....
Grazie Gri, per avermi dato la possibilità di esternare queste cose, sono cose che accadono più spesso di quello che si crede, anche se con sfumature diverse...

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