Citazione:
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Originalmente inviato da Uno
Vorrei far notare una cosa, prima di entrare nel vivo dei suoi insegnamenti, come nel caso dei Toltechi che stiamo vedendo nell'altra discussione,
alla fine di un ciclo un Maestro rende pubblica una grossa parte di un insegnamento esoterico della tradizione da cui proviene dando una forma che poi diverrà una nuova religione (o movimento) essoterico.
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Questo è vero Uno e vedo una differenza: mentre la tradizione Tolteca è stata resa pubblica soprattutto attraverso i libri di Castaneda, quella Essena si può dire che è praticamente ignorata dai più… proprio perché trasmessa oralmente direi. E pur essendo così lontane (intendo come spazio) ci sono tra queste due Tradizioni alcune similitudini o parallelismi…
Nella Tradizione Tolteca è chiamato Tonal ciò che rappresenta la realtà ordinaria o immanente, mentre nella Tradizione Essena questa prende il nome di Hainghé. E ciò che nella prima viene definito come Nagual, ossia realtà trascendente, nella seconda viene chiamato Kaité…
In un passo del Vangelo (Marco IX mi sembra) vi è descritta l’esperienza di Pietro Giacomo e Giovanni, esperienza di percezione del Kaitè alla quale non erano ancora preparati… Cristo conduce i tre discepoli sopra un monte e qui si trasfigura… Essi Lo vedono parlare con Elia e Mosè e vedono una nube simile al muro di nebbia del Nagual descritto da Castaneda, inoltre sentono una voce che potrebbe essere paragonata alla voce del vedere di Don Juan…
Cristo proibisce loro di parlarne perché Sa che non comprendono quello che sta succedendo…
Altro parallelismo: quello che nella tradizione Essena viene chiamato Operal Nero in quella Tolteca è descritto come Importanza Personale o Riflesso del sé… Don Juan dice che queste due caratteristiche dell’essere umano sono quanto il guerriero deve superare per disfarsi alla fine della forma. Nella Tradizione Essena queste caratteristiche sono considerate stimolo dell’Operal Nero.
L’Intento della Tradizione Tolteca viene chiamato in quella Essena Intenzione Assoluta o Cosmica…
L’Arte dell’Agguato della Tradizione Tolteca è simile all’Arte del Sorprendere di quella Essena… A proposito di quest’ultima tutti i lettori di Castaneda hanno chiaro il significato, ma forse non tutti sanno che nei vangeli quell’Arte è ben definita… E’ bene chiarire che l’agguato è una pratica che il guerriero tende a se stesso e non ad altri e le caratteristiche descritte da Don Juan che egli deve affinare sono quattro: la pazienza, l’astuzia, la gentilezza e la spietatezza… Nei Vangeli queste caratteristiche vengono rappresentate con spirito diverso dal Cristo. La pazienza: Cristo ne stimola la crescita e il perfezionamento in vari punti, ad esempio nel discorso sul perdono quando gli viene chiesto quante volte una persona deve perdonare un proprio fratello… Quanto all’astuzia, leggendo il Vangelo con spirito libero si può riscontrare ogni volta in cui Egli vieta ai suoi discepoli di far parola delle sue opere, ben sapendo che sarebbe stato il modo migliore perché se ne parlasse e si diffondesse il Suo messaggio. Oppure quando fa tacere i sacerdoti del Tempio evidenziando le contraddizioni tra la legge e il buon senso. Inoltre parla dell’astuzia nelle parabole e la suggerisce ai suoi discepoli quando dice di “essere astuti come delle serpi e dolci come colombe”. La dolcezza si può trovare in quasi ogni atto che Cristo compie durante tutta la sua vita pubblica. La spietatezza la esprime quando dice che le Sue Parole sono solo per chi ha orecchi per intendere disinteressandosi totalmente degli altri… E la si nota in tutto il periodo della Passione in cui non ebbe mai un momento di autocommiserazione…
L’Arte del Sognare ha lo stesso valore dell’Espansione di Coscienza della Tradizione Essena.. La Ricapitolazione, elemento fondamentale della Tradizione Tolteca, è simile allla Rèvérie della Tradizione Essena e si prefigge gli stessi scopi…
E per finire anche i Passi Magici sono contemplati in tutte e due le Tradizioni…