Era il ritornello tormentone di una coppia di cantanti di un bel pò di anni fà..chissà se ve lo ricordate...
C'è un pensiero che mi stà tormentando.
Non sappiamo amare e amare sarebbe la soluzione ideale per risolvere moltissimi conflitti, interiori e verso gli altri.
Persino pensando a questi pre-adolescenti arrabbiati e rabbiosi pronti alla costante provocazione basterebbe "solo" amarli. Ma non del buonismo, della comprensione a corrente alternata ma di amore vero, quello che passa senza parole.
Sempre che io abbia davvero una percezione d'amore, anche se parziale.
Non sappiamo amare gli altri, non sappiamo nemmeno amare noi stessi. Già detto.
Ma perchè? Non ha senso, non è logico, non è funzionale è controproducente.
Ad amare si impara? Crediamo nel si, per sopravvivere, e mi chiedo come si fà.
Per emulazione o solo esperendo per tentativi?
Oppure nasciamo con questa capacità ma crescendo la perdiamo?
Basta aprirsi alla Fonte come dice qualcuno? Baci perugina a parte esiste un'improvvisa fiammata che genera il cambiamento o c'è bisogno di un lavoro lento e paziente di canalizzazione, di costruzione, di preparazione?
Questa è tutta razio..si dice così no? E invece bisognerebbe scavalcarla almeno un pochetto, o no?
