Discussione: Il valore delle cose
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Vecchio 16-01-2008, 00.08.23   #13
Kael
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Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
Soprattutto l'ultimo esempio apre uno scenario, la differenza di valore che diamo a oggetti ed azioni su basi quasi arbitrarie, faccio degli esempi: Se Gino mi regala un quadro di Picasso, al 90% penso all'immenso valore del quadro
Se Picasso mi regala un quadro vedo il quadro.....
in sostanza l'oggetto regalato è lo stesso, compreso il valore dato, ma questo passa in secondo piano se è qualcosa che si reputa facile al donatore.
Infatti questo succede perchè diamo più valore al gesto che non all'oggetto in sè. Il quadro come dici tu è lo stesso ma l'azione è ben diversa: Gino si separa da qualcosa di unico e raro (per lui), mentre Picasso si separa da qualcosa di comune (sempre per lui..)
Insomma è chiaro che bisognerebbe saper discernere le due cose: uno è il valore delle cose (come da titolo) che dovrebbe essere sempre lo stesso, ogettivo, mentre l'altro è il valore che diamo al gesto, che cambia a seconda di chi compie l'azione, che è pertanto soggettivo.
Citazione:
La legge economica ci aiuta in parte: tanto più una cosa è rara o a noi poco accessibile, tanto più per noi è importante.
Però non regola tutte le nostre cose interiori, ci sono delle eccezioni sulla valutazione dell'importanza delle cose. Se è vero che daremo molta importanza al mangiare dopo aver vissuto la fame vera, capita pure che siamo ingordi perchè fin da piccoli ipernutriti.
Come dici tu c'è una sorta di pretesa, se finora ho avuto tanto, non vedo perchè di colpo dovrebbe mancarmi. Dunque se è vero che se ho avuto poco amore, le piccole azioni ed i singoli gesti affettosi che potrò ricevere per me saranno immensi e da soli basteranno a "riempirmi". Ma al tempo stesso se ho ricevuto tanto amore, sarò propenso a circondarmi di persone che sapranno mantenere alto il range, perchè ne sarò diventato "dipendente" e dunque non potrò farne a meno.
In qualche modo la questione mi ricorda la via della mano destra e quella della sinistra... nella prima scopro l'importanza di una cosa passando per l'estremo del suo contrario, per la ricuncia, mentre nella seconda mi immergo fino alla nausea in quella cosa, superando perfino i miei limiti di tolleranza alla stessa.
In entrambi i casi comunque ci vedo un "bisogno". Che sia perchè non ne ho mai avuto, o che sia perchè ne ho sempre avuto e sono abituato ad averlo, sento il bisogno di averlo.

Ma forse sono andato un po' ot e vorrei tornare all'esempio del quadro. La cosa si estende a tutto ciò che oggigiorno riguarda la moda e gli oggetti firmati in generale. Alle volte si vedono jeans firmati che per carità, saranno belli e di ottima fattezza, ma resto veramente sconcertato poi nel guardare il prezzo e constatare che è abbondantemente oltre il valore oggettivo di quei jeans. Tuttavia per molti la "firma" basta per farli acquistare quei jeans e tornare a casa soddisfatti. Probabilmente, se fosse Armani in persona a regalarglieli, saprebbero vedere oltre la firma, e vedrebbero solamente un paio di jeans...
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