Discussione: Il valore delle cose
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Vecchio 16-01-2008, 01.08.05   #14
Ray
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Originalmente inviato da Kael Visualizza messaggio
Infatti questo succede perchè diamo più valore al gesto che non all'oggetto in sè. Il quadro come dici tu è lo stesso ma l'azione è ben diversa: Gino si separa da qualcosa di unico e raro (per lui), mentre Picasso si separa da qualcosa di comune (sempre per lui..)
Insomma è chiaro che bisognerebbe saper discernere le due cose: uno è il valore delle cose (come da titolo) che dovrebbe essere sempre lo stesso, ogettivo, mentre l'altro è il valore che diamo al gesto, che cambia a seconda di chi compie l'azione, che è pertanto soggettivo.
Io di primo acchito l'avrei vista all'opposto. Gino se mi ha regalato un Picasso significa che se lo può permettere... per lui è solo un oggetto costoso... mentre per Picasso è una sua creazione ed è unica... c'è la sua anima dentro.

Ma anche questa è una visione squilibrata. Il quadro (parliamo di un Picasso nell'esempio quindi, se non capolavoro, perlomeno roba assai buona) ha un suo valore artistico oggettivo: è unico, c'è l'anima dell'artista, il suo lavoro, inoltre è bello, comunica qualcosa eccetera. Poi c'è un livello più soggettivo ma sempre sulla stessa questione: quel quadro comunica a me ics e a te ipsilon.
Poi c'è il valore che io attribuisco al gesto, al fatto che Picasso me lo regala. Qui a mio avviso sono tanto più oggettivo quanto più riesco a "mettermi nei panni" di chi compie il gesto, a sentire lui e non a valutare come se lo avessi fatto io (discorso già esplorato un po' in mettersi nei panni).

Analogamente possiamo dire la stessa cosa di chi me lo regala però: forse per vedere il valore delle cose dobbiamo togliere, o saper almeno discernere, quel ce i mettiamo di nostro soggettivo, che sia in più o in meno. Possiamo aggiungere perchè per noi, solo per noi e solo in quel momento, vale altro magari simbolicamente, oppre possiamo togliere perchè non siamo in grado di renderci conto dell'altro appieno. Tutto questo aggiungere e togliere, che può anche coesistere, dipende dalla nostra esperienza personale e dal nostro cammino, dal punto in cui siamo se si vuole, ed è altro dal valore oggettivo, in se, dell'oggetto che stiamo considerando.

Spesso questo valore da noi dato, sia in più che in meno, offusca del tutto il valore oggettivo, ci impedisce di coglierlo, di considerarlo, di conoscerlo.

Come dire che non possiamo parlare del valore delle cose finchè non conosciamo noi stessi (e quindi sappiamo valutare cosa aggiungiamo e togliamo) o che, forse meglio, possiamo parlare del valore vero delle cose solo nella misura in cui conosciamo noi stessi.

D'altra parte un po' tutti dicono che al progredire della nostra crescita spirituale vediamo il mondo con altri occhi...
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