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Vecchio 22-01-2008, 21.12.29   #2
jezebelius
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Faccio una premessa per introdurre, comunque, il mio dissenso per questo sistema. Per cui, Astral ti faccio compagnia.
Qualche tempo fa feci una ricerca su questo problema ( poichè è un problema, sia dalla parte di chi cerca lavoro e sia da parte di chi lo offre, anche se questa seconda parte, come fai notare, è alquanto discutibile ).
Insomma, non trovavo - e non trovo - giusto questo sistema di messaggi che indicano la possibilità di lavorare ma solo se si rientra in una fascia specifica di età ed a certe condizioni. Inviai una mail alla UE cercando risposte su questo modo di operare e sul quale, a sua volta, è basato il sistema lavorativo.
Risposero che in effetti, una ricerca da parte di chi offre lavoro, è inusuale se condotta in tal modo soprattutto per gli standard ai quali, col passare del tempo e quindi per una maggiore longevità e non solo, anche in Europa siamo arrivati.
L'Italia, dal punto di vista di porre " limiti " a chi ha intenzione di entrare nel mondo del lavoro ( aggiungo io a qualsiasi età! ) fu oggetto, per questo di alcuni richiami dalla UE.
Se non erro mediante leggi successive si è adeguata al resto d'Europa.
Per linee generali in conclusione i messaggi di lavoro che includono un limite e quindi la formale individuazione di una fascia di età, teoricamente dovrebbero essere contro la legge.
Da un certo punto di vista capisco anche che vi debba essere un limite ma questo, certamemente, non tiene conto dello " spostamento " in avanti che la popolazione, non solo in Italia, subisce da qualche decennio, nell'ingresso a pratiche lavorative. Se prima si entrava nel mondo del lavoro a 20 anni ( faccio per dire ) in qualche anno, fino ai 27/30, c'era gia un nucleo familiare " formato " con anche figli al seguito.
Ad oggi invece a quell'età non è permesso per ovvie ragioni tra cui appunto il lavoro che come in questo caso si presenta come limitazione, di farsi una famiglia. Di norma si è visto che l'ingresso nel mondo del lavoro avviene in una fascia che individua i 30 anni come " partenza " in media.
Se facciamo caso ai concorsi pubblici a tale proposito, questi non riportano più il limite di età. Del resto anche chi opera, o anche ha la pretesa di operare una selezione dovrebbe conformarsi alla legge.
Per altro verso, una ricerca di un sociologo austriaco, del 2001, ha calcolato che i lavoratori che riusciranno ad entrare nel mondo del lavoro tra il 2012 ed il 2020 occuperanno la fascia di età che va dai 30 ai 40 anni il tutto conseguenza di limitazioni ad investimenti dei vari Stati sia nella formazione come in altri campi.
La UE, poi a Bruxelles,si era fatta promotrice di una ricerca sul campo. Aveva messo a confronto due gruppi su un unico lavoro. Un gruppo formato da ragazzi tra i 24 ed i 29 anni e l'altro da " anziani " tra 32 e 40 anni ( se non anche di più sino a 45 ). Emerse che l'obiettivo fu raggiunto, tra l'altro in minor tempo, dal secondo gruppo in quanto la responsabilità del soggetto circa l'approccio al lavoro, circa insomma il " dovere ",era risultata maggiore quindi quel gruppo si era impegnato di più.
Non ricordo le specifiche della ricerca ma su quella poi la UE, basò le successive rivalutazioni circa l'ingresso nel mondo del lavoro.
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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