Discussione: Fuga dal "mio" lavoro
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Vecchio 15-04-2008, 18.01.56   #5
jezebelius
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Posso portare, forse una esperienza al contrario.
In effetti anche per quanto mi riguarda, ho svolto un lavoro ( per un bel po ) che non mi piaceva.
Anzi alll'inzio per tamponare una situazione ( non solo economica insomma ), poi è " divenuta " normalità e ci sono rimasto un bel po imbrigliato. poi ho deciso di andare via ma per farlo ci ho messo pure tanto tempo: almeno due anni!
Alla fine quel che mi ha fatto decidere ( e sottolineo il " mi ha fatto ", nel senso che l'ho fatto ma ero poco consapevole di molte cose ) è stata non solo l'insofferenza per quel che facevo ma anche l'inutilità - mi ero reso conto - di quel che non avrei fatto " per me ". Sono arrivato, nel momento della decisione che si è sviluppata in seguito ad altri input esterni, col proprietario etc, a fare il passo da gigante, mi rendo conto, perchè qualcosa era pieno, e ad oggi non so neanche cosa, e quindi dovevo cambiare. Fare " qualcosa " per me.
Devo dire che se guardo dietro, a prescindere dalle condizioni che mi hanno dato la possibilità di fare questo passaggio, questo cambiamento, mi rendo conto che è passato un bel po di tempo, a fare quel lavoro, in cui non ho la minima percezione che quel tempo, effettivamente, sia passato. Non è poi tanto strano, seguendo determinate dinamiche, anzi non seguendole affatto, ma del periodo passato al lavoro ricordo poche cose se non addirittura quasi nulla!
Eppure " mi sono trovato " in una situaizone per cui non ce la facevo più, ero stanco di fare qualcosa per gli altri e non facevo nulla per me. I tentennamenti li ho avuti, talvolta alcuni più intensi mentre altri di meno ma ogni volta che andavo al lavoro c'era sempre la vocina che mi diceva : ma questo è quello che vuoi?
Spesso l'ho anche maltrattata, segregandola in qualche angolo della mia mente, dicendo poi vabbè ci penso.
Eppure mi son trovato in una situazione che mi ha dato la " spinta ", in quel momento, per lasciare perdendo anche quel po di sostentamento economico che avevo durante quel periodo.
Ma ad essere sinceri, pur non rinnegando quel che ho fatto - come lavoro naturalmente - anche se, ad oggi, non ho raggiunto una chissà quale posizione, è una cosa che rifarei,
per cercare il " mio " lavoro
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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