Discussione: Fuga dal "mio" lavoro
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Vecchio 06-05-2008, 11.32.31   #17
Sole
Conosce ogni vicolo
 
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Rispondo un pò a tutti.
Credo di potermi permettere di parlare anche per Red dicendo abbiamo imparato che la quotidianità è il banco di scuola su cui inizia e finisce il Lavoro. La realizzazione avviene proprio riuscendo a mettere tutto ciò che possiamo e riusciamo nelle cose che facciamo qualsiasi cosa sia. Imparare ad osservare dove sono le mancanze e cercare di colmarle, o compensarle equilibrandole. Il lavoro è una esperienza notevole anche perchè la sua ripetitività porta a dover restare concentratii ad osservcarsi, pena la caduta e la frustrazione o il sentirsi superiore perchè lo scopo è diverso ecc ecc. Va da se che il lavoro non è la scelta e non è lo scopo ma il mezzo.
La sensazione di Red è anche la mia, sentire che non abbiamo altro da prendere eppure restare impantanate come se ci fosse ancora qualcosa... si ma cosa?
Forse Red si tratta di allenamento.. una volta che ti insegnano a fare una cosa devi allenarti per poterla fare al meglio. Credo che quindi il sentirmi satura che dicevo sopra sia dovuto al saturo di teoria e riflessione oltre che di concetti fiscali... che non entrano più, non imparo più. Mi serve la pratica, l'allenamento. (ovviamente non sto parlando di lavorare fisicamente, quello certo che lo faccio.. parlo di applicare le cose che mi ha fatto vedere di me). Per cui se per pigrizia non faccio un controllo, vado contro l'abitudine e lo faccio (è un esempio).
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Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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