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Vecchio 12-09-2008, 09.56.56   #8
nikelise
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Originalmente inviato da jezebelius Visualizza messaggio
Non riesco a venirne a capo, per cui chiedo un parere.


Quando devo dimostrare di sapere/conoscere o avere la competenza in qualcosa, come ad un esame ad esempio, talvolta mi piglia come una specie di blackout. Mi pare troppa energia che arriva tutta di un botto o anche una mancanza di questa talvolta.
Mi è capitato anche quando ho sentito il peso della responsabilità per un lavoro come cassiere, di cui forse l'esser giudicato potrebbe essere una causa.
Insomma non era tanto l'avere a che fare coi soldi - anche se indirettamente un segnare un prodotto più che un altro, comunque incideva sul totale da pagare sul conto finale e non su quello del ristorante dove lavoravo - quanto invece, il sentire un peso come quello che vien fuori quando uno si chiede se è, o sarà, all'altezza di quel compito.
Un esame anche questo.
Dove sta l'esperienza?
Mi è capitato, e mi capita, quando sento sto peso di non arrivare a capire più nulla. Non perchè non capisca come deve essere fatto il lavoro quanto perchè ho una difficoltà - sembrerà strano ma è così - a " richiamare " i concetti.
Infatti in questa situazione - che può sembrare sia di confusione, sia di panico, sia di " cancellazione " totale delle informazioni che ho acquisito e che fanno parte del mio bagaglio - faccio fatica anche a fare un'addizione: eppure conosco i numeri ma è come se venisse offuscato lo stesso "concetto" che ho di numero. Oppure all'esame ipotetico, mi capita come se non avessi studiato e poi, puntulamente dopo lo stress le informazioni iniziano a mettere la testa fuori e tornare in superficie!
Mi capita lo stesso, allora, anche quando non ho a che fare coi numeri.

Come detto prima, vengono offuscate le stesse parole/informazioni/concetti di cui avrei bisogno in quel momento per cui non ho controllo sulla mente che va, in entrambi i casi, a briglia sciolta.
Cosa accade?
Quei concetti che mi servirebbero vengono appunto offuscati ed il loro posto viene occupato da cose, per quel momento, senza senso; insomma pensieri che si rincorrono l'un l'altro senza fermarsi a grossa velocità ed io che mi trovo nel mezzo, sballottato di qua e di la, vorrei solo abbandondobare quel che sto facendo e andare via. Devo fare, faccio, un grosso sfoprzo per rimanere a quel posto
Sta cosa mi crea ansia - o è l'ansia che la genera... - con grosso dispendio di energia, per cui per sopperire tale mancanza cerco di attivare, come dire, un serbatoio di riserva che mi consenta, in quell'istante, di far fronte alla richiesta energetica, anche per risolvere un'addizione.
Quello che mi sembra appunto è di non sapere gestire, in questi casi, la normale condizione energetica a disposizione, per cui ho bisogno di altra per " tornare", almeno in parte, a quel che sto facendo.

Non riesco a venire a capo di sta cosa, eppure la vedo, ci sguazzo dentro quando arriva ma non riesco a " calmarmi" - nel senso proprio di stare calmo - in quanto mi piglia un senso di non sapere ( fare ) quella cosa; di non essere all'altezza e le azioni che dovrebbero essere guidate dalla razionalità, come ad esempio dare il resto il che è abbastanza semplice mi pare, non vengono guidate affatto, quindi per esempio o mi intorcolo nel darlo ( e mi pare di non saperlo dare, anzi è come non lo sapessi dare ! ) o ci metto un po per fare i calcoli e dare dunque il resto.

Ci vedo d'un lato il fattore " giudizio" ossia il passare attraverso una prova e dare l'abilità ( mia, in quel momento ) per il ruolo che in quel momento ricopro. Ci vedo ansia come anche "interruzione" di un flusso di dati.
Aggiugo qualcosa : le paure , le aspettative degli altri ecc. tutto genera ansia cioe' emozione ma quello che manda in tilt il cervello e' l'interferenza del centro emozionale con quello intellettuale.
Il centro emozionale e' velocissimo quello intellettuale piu' lento ( Gurdyef docet).
Avete presente quando prima di un esame sembra di non ricordare nulla pur se si ha studiato molto ?
E' perche' al contrario di quel che si pensa il cervello , a causa delle emozioni , va a 1000 , e' come un motore in folle con l'acceleratore a tavoletta .
Spesso la confusione nell'esporre un argomento ( salvo che si tratti di un argomento che non si e' capito abbastanza bene ) o la difficolta' a compiere un'operazione e' dovuta proprio a questa interferenza a causa della quale i pensieri si sovrappongono piu' velocemente di quanto si riesca ad esporli uno alla volta o le azioni ad eseguirle.
Cosi' capita di fare discorsi involuti inserendo frasi al momento sbagliato oppure di fare una cosa prima dell'altra ecc. ecc.
Il cervello insomma viaggia troppo velocemente , piu' della parola che deve essere organizzata in modo logico e quindi piu' lentamente , o delle mani che devono agire .
Con l'esperienza e l'abitudine alle situazioni che creano ansia il centrio emozionale viene controllato .
Ma al cambiare della situazione l'emozione puo' riprendere il sopravvento .
Uno dei consigli che si da' infatti e' quello di simulare l'evento che deve accadere proprio per abituare il cervello al futuro stress e cosi' fargli sembrare di aver gia' vissuto quello che deve accadere .
Bisogna ingannarlo insomma .
Ma questa cosa varia da individuo ad individuo : c'e' il tipo ''introverso '' piu' logico e freddo e quello ''estroverso'' piu' emotivo .
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