Discussione: Litigare con dio
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Vecchio 21-04-2009, 19.44.24   #9
stella
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Originalmente inviato da dafne Visualizza messaggio
E' da qualche giorno che ci penso.
Non è che non credo, non è neanche solo che m'infastidiscono le regole, i riti...è un pò di mille piccole cose assieme ma in fondo in fondo è che moltissimo tempo fà dio mi ha tradito.

Eh lo so, la vedo sempre al contrario, dio non tradisce niente e nessuno ma io ho vissuto e vivo il "mio" dio come se nel momento del bisogno fosse diventato sordo.
Non c'è stato, quello che avevo imparato su di lui non si è realizzato. (cioè io ho mollato..)
Non è facile risponderti senza cadere in luoghi comuni, ma ci provo....
La sensazione che Dio ci molli nel momento del bisogno e che in questo modo ci tradisca sottintende il pensare che la nostra volontà debba venir esaudita, in caso contrario ci si sente traditi....
Se ci immaginiamo Dio come un padre, e in effetti lo è, (ma anche qui ci sarebbe da specificare un po' meglio...) ci aspettiamo il suo affetto e il suo interessamanto e invece ci sembra così lontano e distante che è come se non ci fosse... se poi si è fatta una esperienza negativa con il proprio padre naturale il gioco è fatto...
Ma Dio è padre nostro per adozione e questo vale per tutti i battezzati, questo comporta di accettare la sua Volontà che tante volte purtroppo non coincide con la nostra... di qui il senso di abbandono, del resto anche Gesù sulla croce ha provato questo immenso senso di abbandono.... quando ci troviamo soli e urliamo al cielo "dove sei ???"
In quel momento ci sentiamo veramente soli con la nostra piccola volontà, ma non siamo abbandonati perchè la notte e il buio non durano per sempre, a meno che non siamo noi che lo respingiamo per autoaffermarci, cioè mettiamo il nostro io al posto di Dio come se dovesse adeguarsi alla nostra volontà per esistere....

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Originalmente inviato da dafne Visualizza messaggio
Per quanto ci provi però non riesco a dire "dio non esiste" perchè se mi ci soffermo un pò questo dio padre conosciuto da bambina aveva trovato un posto caldo e luminoso nel mio cuore, finchè, forse, ho smesso di sentirlo..o forse il mio cuore s'è chiuso, non so.
Forse tutte e due le cose.... se hai un semino nel tuo cuore ma non lo coltivi e lo annaffi tutti i giorni la piantina non può crescere, ma il semino rimane, segno ne è che ne senti la nostalgia e la mancanza.

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Originalmente inviato da dafne Visualizza messaggio
Oggi so che questo "tu non ci sei" non è altro che il riflesso di un vuoto realmente vissuto, di un calore realmente mancato. La rabbia sorda che mi prende e che mi fà disprezzare chi e quanto sia dolcezza, comprensione, amorevole tenerezza. "Chi disprezza compra" dicevano i vecchi ed è proprio così. La famosa fiaba della volpe e l'uva fatta ieri con mio figlio.
Il disprezzare chi ispira dolcezza e comprensione lo vedo come un pensare: "visto che non ho mai provato questa dolcezza e comprensione sei falso e per questo ti disprezzo...." perchè se è una cosa che si sente di non possedere si rigetta e si afferma di starne benissimo senza ma se veramente si potrebbe vivere senza questa dolcezza non si proverebbe rabbia ma piuttosto indifferenza.


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Originalmente inviato da dafne Visualizza messaggio
Ieri volevo entrare in chiesa, sedermi, arrendermi e lasciare che dio potesse amarmi ancora e viceversa ma mi sono ritrovata rabbiosa e spaventata assieme...e questo poi capita con gli altri.
Questa è paura di lasciarsi andare, paura di fidarsi, paura di soffrire ancora, di sentirsi indifesi, di mollare false sicurezze che ci siamo costruiti, è sempre l'io che ha paura di perdere qualcosa...

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Originalmente inviato da dafne Visualizza messaggio
Vorrei essere abbracciata..scriverlo è più difficile di quanto pensavo.
Vorrei che questo abbraccio risolvesse le mille domande che mi porto appresso, vorrei che quest'abbraccio cancellasse il vuoto, il freddo la paura...la sensazione che ho di essere così enormemente stupida.
Non so se conosci questa poesia ma forse ti può far riflettere:

"Orme sulla sabbia.
Camminavo sulla spiaggia a fianco del Signore.
I nostri passi si imprimevano nella sabbia, lasciando una doppia serie di impronte, le mie e quelle del Signore.
Ciascuno di quei passi rappresentava un giorno della mia vita.
Allora mi fermai e mi voltai per guardare tutte quelle tracce che si perdevano lontano.
E notai che a tratti, invece delle due serie
di impronte, ce n’era soltanto una.
Rividi così tutto il cammino della mia vita.
Ma, sorpresa! I passaggi con una sola serie di impronte, corrispondevano ai giorni più tristi
della mia vita.
Giorni di angoscia e di impazienza, giorni di egoismo e di cattivo umore, giorni di prove e di dubbi, giorni incomprensibili, giorni di sofferenza.
Allora mi rivolsi al Signore con tono di rimprovero.
“Tu ci hai promesso di restare con noi tutti i giorni.
Perché non hai mantenuto la tua promessa?
Perché mi hai lasciato solo nei momenti peggiori
della mia vita, nei giorni in cui avevo più bisogno
della tua presenza?”
Il Signore sorrise.
“Figlio mio, piccolo mio, non ho cessato di amarti
un solo momento.
Le sole orme che vedi nei giorni più duri della tua vita sono le mie …
in quei giorni ...
ti portavo in braccio.”

In effetti Dio non è lontano da noi specie nei momenti più bui ma siamo troppo presi da noi e dai nostri problemi per sentirlo....

Un abbraccio

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