Discussione: Criminale = malato?
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Vecchio 10-12-2009, 22.56.12   #34
Grey Owl
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Penso che l'atto criminoso sia l'ultimo atto di un percorso che ha portato questa persona ad essere un criminale manifesto.

Come un cono vorticoso in cui si condensano gli eventi, così è il percorso di ognuno. Secondo l'esempio di Faltea, difendere il figlio cmporta a commettere un'omicidio, questo perchè il processo era già iniziato prima.

Come se attirassimo eventi a manifestarsi in quello che dalla potenzialità è passato all'addensamento di quel cono attrattivo. Ufff... cerco di spiegare meglio quello che intendo.

Secondo Dostojevski il criminale (che sia manifesto o no) nel momento in cui compie un delitto, è sempre malato. Perchè nel momento che compie il delitto il suo percorso di malato è già in essere.

Come accenna prima Ombra, non penso che alcune cose che ci capitano o che facciamo cambiano la nostra natura, ma è in conseguenza della nostra natura cambiata che ci capitano delle cose, accadono degli eventi.

Siamo esseri che addensano, attraggono e di conseguenza scatenano eventi.

In potenza sono un criminale ma rimane latente come tante caratteristiche che rimangono latenti, come in background.
Poi qualcosa in me si trasforma e si addensa un'interesse, una peculiarità che mi porta verso una realizzazione sempre più densa.
Magari di solo interesse, come un magnete attiro elementi che ne danno una forma sempre più manifesta, sempre più realizzata, concreta.
Infine l'occasione fortuita, ma il caso non esiste, ed ecco che commetto il delitto, con mille variabili, mille giustificazioni, forse in guerra, per difendere i miei cari, per errore... alla fine il delitto avviene.
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