Discussione: disordini alimentari
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Vecchio 04-04-2011, 16.20.25   #74
Edera
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Lo riporto perchè mi sembra dica molto a riguardo:

Abbiamo incontrato HErmes, dio dai molti aspetti, il variegato, il mediatore ma soprattutto l'accmpagnatore, colui che volentieri si associa a un uomo e lo accompagna sotto l'egida del cambiamento e del movimento, il suo accompagnamento è fatto di molte cose e porta verso un nuovo modo di sentire e di essere.
Il dio stesso era associtao al metallo mercurio e così veniva chiamato dai latini a causa della sua grande capacità di trasformazione: il mercurio, pur essendo un metallo, è liquido e come tale infferrabile, sfuggente, è considerato il primo elemento di ogni trasformazione, ma anche la capacità di unirsi ad altri metalli richiamando l'abilità piscologica di creare legami. Abilità che è legata alla sensibilità e alla persona del terapeuta prima ancora che al suo modello.
Hermes ci offre il suo lato veloce e come tale deve essere il terapeuta, pronto a cogliere e collegare ogni evento della vita della paziente con un senso che possa essere condiviso con lei, un terapeuta pronto a essere a volte neutrale e oggettivante, altre volte empatico e capace di attendere ma vigile e in grado di convivere con il corpo scheletro come dato di fatto e come se questo fosse un'identità data, comunque l'unica che la paziente ha in quel momento, paziente che chiede di sentirsi riconosciuta e che comunica un vuoto di cui il terapeuta deve avere un pensiero, riuscire ad accettarne l'esistenza e poi attraversarlo, proprio come Hermes negli Inferi. AL tempo stesso il terapeuta deve essere pronto a coglierne le risorse 'sotterranee', in ogni caso attento a non essere troppo invasivo pichè l'eccessiva vicinanza non è tollerata dalla paziente, ma al tempo stesso attento affinchè la distanza non sia congelante, un terapeuta sempre in movimento, duttile e non irrigidito in modelli scolastici.
E' la creazione del legame che permette alla paziente di esperie il cambiamento, quello del sentire, ma il creare legami con chi ha annullato il desiderio, il bisogno e la stessa realtà dello scambio è cosa ardua.
Il posto di Hermes era dove intervenivano cambiamenti: ai crocicchi, alle porte della città e delle case ma anche dove c'era crescita, infatti era considerato protettore dell'infanzia. E' quindi dentro al processo di cambiamento poichè è il cambiamento.
Hermes è anche il portatore di qualcosa di luminoso ma è anche l'apparizione di una figura parlante, colui che porta nella notte profonda dell'origine il linguaggio. Oppone all' incapacità di verbalizzazione degli animali e al silenzio del dolore, la parola.
La paziente in anoressia non discrimina, non individua, non comprende le emozioni e il loro linguaggio, le manca il ricordo di queste esperienze, ma per crearle è necessario attraversare la sua negazione e la barriera difensiva che tale negazione ha prodotto.
Ecco perchè abbiamo bisogno di Hemres come il metallo mercurio, delle sue molteplici possibilità di tasformazione, della sua capacità di unirsi ad altri elementi assumendo varie forme, della sua traduzione del dolore in linguaggio.
A questo proposito ricordiamo che Hermes era stato tramandato come inventore del fuoco, un terapeuta quindi che abbia la capacità di accendere quel fuoco di rifondere le emozioni.
Molte cosmogonie narrano di un nucleo di fuoco custodito nell'abisso nero, come nella caverna di Hermes, riferendosi anche alla possibilità del formarsi dell'individualità nell'indifferenziato.
La situazione in cui si trova il terapeuta nell'anoressia è quello di un tempo che le pazienti vorrebbero fermo e immutabile, in uno stare senza procedere, contratto terapeutico intollerabile per il terapeuta, paralizzato nell'affrontare il pericolo proposto dalla malattia, stretto dall'ansia di fare presto di fronte al fantasma della morte continuamente evocato dal corpo scheletrico delle pazienti. Di questo è fatto l'inferno del terapeuta, ma in quanto portatore di trasformazione egli può creare legami e farsi portatore della crescita e dell'aspansione, prerogative della vita.
Mercurio-Hermes interviene lì dove necessitano cambiamenti e accompagna, comunicando.
Il suo accompagnamento così come la sua comunicazione è però tortuoso, può imboccare strade molteplici e anche vicoli ciechi, le sue vie sono molteplici e anche il suo aspetto. Non a caso è raffigurato bifronte, con la sua possibilità di doppio, quella della parola ma anche quella della realtà delle cose che non è mai univoca e non può esserlo.
Quello che è richiesto al terapeuta è quel tipo di intelligenza, forse femminile, posseduta da Hermes, un'intelligenza acuta ma imprevedibile che non ha nulla a che vedere con la logica, ma con una sapere interiore, che riguarda l'intimità con la natura, con le cose e che appartiene al pensiero mitico, un pensiero che può essere ambivalente, che funziona per associazione, intuizione. E ' questa intelligenza che permette al terapeuta di giocare d'astuzia, di riconoscere i travestimenti del sintomi lì dove quest'ultimo è una forma di comunicazione distorta e ingannevole, e che permette alla paziente di esperire e incontrare quella parte di se stessa che non ha ancora incontrato e cerca di annientare.
Hermes è la guida di chi chi non teme i pericoli delle profondità che il dio è sempre pronto ad aprire, a seguire e a conquistare. E' la guida di tutti coloro che vogliono avventurarsi in nuovi territori per la caratteristica che gli è propria del' viaggiatore' e dell'essere sospeso anche tra la vita e la morte.
E' colui che guida e accompagna, che è sempre in movimento anche quando sembra immobile e che è pronto a imboccare tutti i sentieri, ad andare oltre.

Ultima modifica di Edera : 04-04-2011 alle ore 16.24.06.
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