Discussione: Irina e Paolo
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Vecchio 18-02-2010, 02.24.52   #1
filoumenanike
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Predefinito Irina e Paolo

Erano seduti a cena, Paolo osservava sua moglie in silenzio, lei guardava il piatto con estrema attenzione come se il suo avvenire fosse concentrato lė in quel piatto di carne cotta.
Non sapeva pių cosa pensare, erano ormai mesi che i lori rapporti si limitavano ai pranzi e alle cene, scambiandosi opinioni sul tempo, sul mangiare, non sapevano pių niente l'uno dell'altra, nč se si amavano nč se si odiavano.
Quella sera lui era deciso a parlare, a chiedere a sua moglie dove erano finite le sue risate, la sua voglia di vivere, di raccontargli di lei, delle sue giornate.
Paolo non aveva avuto relazioni diverse, nč avventure ma nella mente di Irina si era insinuato quel tarlo maledetto del dubbio, le diventō insopportabile l'idea che suo marito fosse a contatto con donne diverse da lei, le sembrava impossibile che lui non potesse essere attratto da donne sicuramente pių belle e affascinanti di lei,semplice casalinga.
Del resto Paolo non aveva intuito l'ansia che opprimeva Irina, lei non gli aveva mai fatto trapelare la pur minima emozione di quanto soffrisse, solo si era reso conto che il rapporto si andava trasformando, Irina passava molto tempo da sola, non gli chiedeva pių di uscire, lo trascurava pacatamente.
Ora gli era di fronte del tutto indifferente, ascoltava la televisione, nč si accorgeva del suo sguardo, era cosė abituata a stare sola con i suoi pensieri da non avvertire neppure l'intensitā penetrante dello sguardo di Paolo.
Irina si era voluta mettere in disparte, i patti fatti un tempo tra lei e il marito non erano stati rispettati, il lavoro, la vita caotica, avevano preso il sopravvento, entrambi non erano stati capaci di dire no e la noia mortale della routine li aveva travolti e loro ne uscivano fuori a stento, lacerati, disfatti, vinti.
Irina si era accorta del lento precipitare ma non aveva avuto la forza di reagire, di lottare, di difendere il loro amore.
Non pių liberi d'incontrarsi in un giorno di sole, non pių capaci di chiamarsi desiderosi solo di sentirsi, non pių disponibili, erano diventati due estranei, costretti a stare vicino di notte quando i loro corpi e le loro menti erano stanche e nauseate dalla fatica di vivere.
Il sole, la luce chiara di un mattino, il tepore del giorno, il verde di un prato, il volo di una rondine erano ormai fuori dai loro programmi e l'amore, l'amore dolce fatto di sorrisi, di sguardi, di desideri, aveva dovuto piegarsi agli orari obbligati.
Spesso la sera, specialmente in quelle sere tiepide di maggio, la prendeva il desiderio di addormentarsi e di ritrovare intatti i suoi sentimenti ma dei suoi sogni non ne parlava pių a Paolo, non voleva farlo sorridere, sprezzante dei suoi pensieri, era convinta che lui non parlasse pių il suo linguaggio.
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