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Vecchio 13-02-2009, 00.32.02   #17
Ray
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Originalmente inviato da gibbi Visualizza messaggio
E' che non sempre il torto o la violenza subiti sono tutelabili giuridicamente , spesso si tratta di sgarbi o ingiustizie che non ricevono considerazione dalla Giustizia e che per questo possono pesare ancor di più ( vedi torti da colleghi sul posto di lavoro) .
Posso omettere di tradurre il desiderio di vendetta in azione , ma ciò non mi esime dal provare sofferenza per il torto o la violenza subiti , provare un desiderio di pareggiare i conti , di riaffermare la forza sminuita dall'affronto , e quindi il "sentimento " di vendetta c'è e rimane quanto meno per tutto il tempo necessario a ridimensionare la cosa , a filtrare l'evento .
Quindi se sentimento ed intenzione ( poi non concretata ) permangono per un certo lasso di tempo , quello necessario a far maturare il perdono ( tranne per quelli capaci di perdono immediato ) ... seconda fossa già scavata ?

Ps: E' il perdono l'opposto della vendetta ?
Trovo queste osservazioni molto acute e permettono di collegarci con altri discorsi che, in un modo o nell'altro, facciamo un po' dappertutto.

Il dolore del torto subito diventa desiderio di vendetta nella misura in cui non riusciamo a reggerlo, o vogliamo liberarcene, coscientemente o incoscientemente che sia.
Infatti il pensiero stesso della vendetta ci da l'impressione di stare già meglio, offre una via di fuga dal dolore.
Se riuscissimo a trattenerlo tutto, a viverlo tutto come cosa nostra intima, e forse per certi versi preziosa, non si trasformerebbe in desiderio di vendetta e trasformerebbe noi.

Questo chiaramente sarebbe il limite, poi le cose umane vanno per gradi, e quindi tanto teniamo tanto ci sfugge e diventa desiderio di vendetta per una certa misura.
Come fai notare, già il non attuare il desiderio è trattenere, forse scavare la fossa e non riempirla, trattenendo magari non vivo più il dolore originario, ma posso però vivere la turba del desiderio e trattenere quella. Non vendicandomi perlomeno grazio il mio nemico, quando potrò perdonerò (per-dono = a gratis... non è più niente).
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