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Vecchio 04-08-2009, 10.11.27   #1
Uno
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Predefinito La morte è inevitabile

Leggendo solo il titolo qualcuno penserà che un'ovvietà più banale non potevo scriverla.
Ma è tanto ovvia la cosa?
Razionalmente lo sappiamo tutti praticamente dai primi anni di vita, a tutti capita nei primi 10 anni di vita, in qualche modo, di vedere all'opera la grande mietitrice. Ma tra saperlo con la ragione e poi vivere con l'intima comprensione c'è una bella differenza.
Chi arriva per caso a prenderne piena coscienza cade in depressione, altri (una buona parte della massa) spesso prima di scendere fino in fondo nel baratro trovano un'ancora di salvezza in qualche teoria che rende tutti immortali senza coscienza.
In linea di massima, tranne poche eccezioni (statisticamente intendo) questi due sono gli opposti, con ovviamente molte sfumature in mezzo.

Poi ci sono le eccezioni statistiche, quelli che paragonerei all'alcolizzato che si è accorto di avere un problema e di aver iniziato a volerlo risolvere.
Quando si riesce a prendere piena coscienza che dovremmo morire, che non siamo eterni, ma il tutto senza cadere in depressione (a proposito tutte le depressioni derivano originariamente dall'arrivare a percepire la morte senza prenderne coscienza) iniziamo ad essere pronti per fare qualcosa.
La piena ed assoluta coscienza della morte è sancita dal raggiungimento della non paura verso di essa. Quando non avremo più paura della morte, pur essendone consapevoli (solo non pensarci non significa nulla), sapremo che c'è, che è inevitabile, naturale etc... allora potremmo iniziare a pensare ad altro, anche a se c'è un oltre.
Farlo prima è solo un modo per allontanare la morte, per non pensarci e così di fatto l'avviciniamo, sia non vivendo, che sopravvivendo a periodi depressivi di intensità variabile a seconda delle singole costituzioni. Anche il più, apparentemente, felice di questo mondo, se non ha preso piena coscienza della morte ne conserverà da qualche parte una paura e quindi avrà in se una depressione quanto meno embrionale. Depressione che all'occasione giusta potrà manifestarsi.
Ora sto razionalizzando il tutto per l'esposizione, ma se le parole sono un buon punto di partenza, la piena coscienza dell'incappucciata è affar intimo, interiore e diverso in base alle esperienze e alle costituzioni individuali anche se i passaggi principali, quelli sopra descritti, sono comuni a tutti.
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