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Vecchio 26-08-2011, 23.57.11   #150
Ray
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Originalmente inviato da luke Visualizza messaggio
Per riprendere l'esempio di Ray delle cellule del fegato, posso comprendere come quest'ultimo metta in atto meccanismi per ostacolare o non favorire lo sviluppo o meglio l'evoluzione di una cellula in qualcosa di estreneo al fegato, però ad un certo punto questo qualcosa d'altro nel quale si sta trasformando la cellula dovrebbe anche prenderla in carico, visto che ne avrebbe vantaggio.
Certo. Infatti, come avete più o meno detto dopo, esistono entrambi gli impulsi.
Volevo chiarire una cosa riguardo alla natura e a quella questione del cancro. A parte il fatto che anche il cancro fa parte della natura, ed è dannoso, nel nostro esempio, solo per il fegato e le aprti a lui dipendenti, in realtà tutto fa parte della natura, non si può certo uscire da essa. Si può però uscire da un "mondo"... ovviamente per entrare in un altro. Si dice che il risvegliato è nel mondo ma non del mondo... e questo può dire molto. Non appartiene più al mondo di partenza per lui, non è più soggetto a quelle leggi ma ad altre. Per il mondo di partenza egli è libero... ma è chiaro che se c'è riuscito ha dovuto in qualche modo andargli contro.
E' vero che sia l'umano che l'Uomo fanno parte della natura ma è anche vero che l'umano, in quanto tale, ha delle funzioni in essa e quest'ultima tenderà a conservarle. D'altronde ragazzi, se non fosse così, sarebbe semplice svegliarsi... accadrebbe naturalmente. Sappiamo che non accade no? Quindi la cosa non dovrebbe porre grandi dubbi.

Quando parlavo di cancro ero dentro un esempio particolare. Non sto certo dicendo che siamo un fegato. Il che non significa che non possiamo essere, o diventare in determinate occasioni o comportamenti, cellule cancerose del pianeta, ma non è per forza così. L'umanità (non l'uomo o il singolo umano, il collettivo) ha una sua funzione nella natura così com'è. L'umanità è composta da miriadi di singoli umani... ognuno dei quali ha determinate possibilità di evolvere... ma significa uscire dall'umanità. E' chiaro che la natura può sopportare una certa percentuale... fintanto che le funzioni dell'umanità sono conservate. Ma più di quello...

Ma dove voglio arrivare? Voglio avvicinarmi da un'altra parte alla questione che attanagliava Faltea qualche post fa. Se gli evoluti possono o debbano in qualche modo far evolvere il collettivo.
Beh, se vediamo le cose da questo punto di vista (quello dell'esempio del fegato) mi sa che gli tocca. Il fatto è che perchè il collettivo possa evolvere qualcun altro deve svolgere quei compiti. Qui si aprono due discorsi... che in realtà sono uno. Il primo è quello piramidale... io per evolvere oltre un certo livello devo trovare qualcuno che prenda il mio posto nella piramide. Perchè siamo inseriti in un tutto... non possiamo semplicemente andar via. Non possiamo evolvere danneggiando il tutto. Che poi non sarebbe vero miglioramento. Quindi alla lunga, chi evolve deve far evolvere anche altri. Con la difficoltà non da poco che non può farlo lui ma devono farlo loro... lui può solo fornire un ambiente un po' più adatto. Ma non si può salire se non c'è uno scalino.
L'altro discorso è che, banalmente, se tizio ha un compito, una volta che si è evoluto può certamente svolgerlo meglio di prima. Potrebbe, per assurdo, svolgere il compito per il quale ad altri serve figliare senza figliare. "adottando" per così dire tutti i figli del mondo (siete tutti figli miei...). Questo alla lunghissima modifica l'ambiente rendendolo più favorevole all'evoluzione degli altri. Ma per un'evoluzione del collettivo serve che qualcosa prende il posto di quel collettivo nello svolgere il suo compito.

Capite ora l'assurdità di certe teorie che prevedono salti quantici imminenti e cose simili, magari in date buone per farci film catastrofici?

Vabbeh, non so quanto son riuscito a far passare, ma parlando e parlando...
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