Discussione: Correzione bozze
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Vecchio 16-03-2010, 10.23.37   #95
stella
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Aggiungo un altro pezzettino, come sempre da rivedere e correggere:

«Va bene, Emma. Torniamo un attimo a ciò che ci viene chiesto, e cioè di versare dentro il diario la nostra esperienza in materia di evoluzione spirituale, la nostra storia... Subito mi ha preoccupata questa richiesta, al di là delle nottate passate a parlare tra di noi di crescita e consapevolezza mi sono resa conto che non sono mai andata oltre la superficialità dei discorsi».
Le sorride e continua: «Certo c'entra l'insicurezza, che mi ha portata a credere che la mia esperienza sia cosa di poco conto... Ma poi mi sono detta che in fondo è la mia storia, non mi importa se è simile a tante altre, è la mia e per questo è unica».
Carla resta un attimo in silenzio, quindi sfiora il diario che Emma tiene ancora tra le mani e si rivolge a entrambe: «E io non l'ho mai raccontata a nessuno».
«Ciò che ci viene chiesto dici? E va bene, cominciamo con il raccontare tra di noi quello che sappiamo o crediamo di sapere» le risponde Emma, cercando di prendere tempo. «Per cominciare so poco o niente, per certo so che non mi aggrada come vivo è che c'è un modo migliore, so che perdo tempo in cose inutili, soprattutto so che ho una paura tremenda di aprirmi. Tu e pochissimi altri avete, di rado, squarciato sto muro che ho alzato davanti a me». Resta in silenzio a rimuginare sulle cose che ha appena detto.
Lo sfogo di Emma lascia Carla interdetta. Rimangono ambedue silenziose per un po’.
Infine, dopo aver riflettuto sulle sue parole, le risponde: «Emma... che cosa intendi con raccontare quello che sappiamo o crediamo di sapere? Te lo chiedo perché è qualcosa che mi fa scattare sulla difensiva... e succede lo stesso anche a te mi sembra. Hai notato? Hai messo subito le mani avanti dicendomi che sai poco o niente!»
Le sorride con affetto e continua: «Riflettiamo sulle parole del diario: ci dice che è uno strumento di conoscenza, di noi stessi in primis... E che versando noi stessi lì dentro vedremo aprirsi il resto di esso, tanto più di noi verseremo tanto più di noi conosceremo. Quindi ricapitolando ciò che dovremo raccontare è ciò che siamo, o almeno ciò che crediamo di essere, che crediamo di conoscere di noi stesse... e a giudicare dalle poche pagine che siamo riuscite ad aprire direi molto poco. Forse in questo possiamo aiutarci a vicenda, a conoscerci un po' di più...»
«Ok cara Carla, salviamo il mondo» Emma sorride pronunciando queste parole, perché sa che l’amica conosce bene il suo modo di ironizzare. «Già ho messo le mani avanti, e visto che il diario sta suggerendo, mi chiedo perché metto le mani avanti? Per cominciare perché dubito, il dubbio è mio fratello gemello a quanto pare, tuttavia ho avuto ottimi motivi per dubitare in passato, motivi che hanno minato la sicurezza e hanno azionato uno scudo difensivo di chiusura, chiamala vigliaccheria, se vuoi. Per dirne un'altra il passato, se non lo vivo come una catena può insegnarmi parecchio. Pertanto da un lato sono roccia, da quell'altro sabbia che si perde tra le dita».
Carla le espone il suo pensiero che è quasi uno sfogo: «Sì... la chiusura è uno scudo difensivo, diventa una corazza. Potrebbe anche essere vigliaccheria, per quanto mi disturbi il termine, se come nel mio caso è un modo per sfuggire alla paura di soffrire... Poi mi sono accorta con il tempo che c'è una parte di me che ha sofferto proprio per essere stata rinchiusa dentro quella corazza, ho cercato di difenderla e invece le ho fatto ancora più male. Non l'ho voluta ascoltare, nemmeno quando gridava, sono arrivata al punto di non sentirla nemmeno più... fino a quando mi sono resa conto che ogni tanto in qualche modo riusciva a liberarsi sfuggendo al mio controllo. Per me era un mostro, non la riconoscevo, non riuscivo ad accettare che potesse fare e pensare certe cose... Capisci Emma? Non accettandola per me era impensabile mostrarla agli altri, sono stata io la prima a giudicarmi e condannami... e questa è un'altra delle cause della mia chiusura».
Emma sorride: «Bene mia cara, siamo due apertamente chiuse. Sarà questo il motivo di queste pagine sigillate? 'siete chiuse? mi chiudo, vi aprite? mi apro'».
Il sorriso le si blocca sulle labbra: un colpo di vento muove leggermente delle pagine, sembra che voglia sfogliarle, aprirle, ma non lo fa.
«Hai visto? Hai visto anche tu? Per un attimo ho pensato si sollevasse qualche pagina. Tante parole nemmeno un segno, un colpo di vento ed ecco che sembra prendere vita. Che ne pensi? »
Così dicendo soffia sulle pagine in un gioco semiserio che mette in atto ogni volta che qualcosa la turba, sdrammatizzare all'esterno vivendo un dramma interiore. Questa cosa di se stessa la conosce fin troppo bene.
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