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Vecchio 08-09-2009, 10.25.54   #2
stella
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Originalmente inviato da RedWitch Visualizza messaggio
Qualche sera fa ho fatto una chiacchierata con una cara amica e prendo in prestito alcune parole che mi ha detto per il titolo del thread, e che mi hanno aiutata a vedere qualcosa di importante, che pero' vorrei approfondire meglio con voi.

Sentirmi utile per qualcosa/qualcuno, è ciò che fino ad ora mi fa esistere, mi fa avere una identità che pero' non è reale.. provo a spiegarmi: lavoro da ormai da quasi 10 anni nello stesso ufficio, (faccio parte dell'arredamento ormai ), e lì dentro, mi sentivo indispensabile e caricavo quel lavoro di un'importanza enorme, e pensavo di essere quasi intoccabile, pensavo che non sarei mai stata licenziata, perchè comunque al mio capo "servivo"...
Poi c'è stato un lento ma progressivo calo del lavoro che mi ha fatto iniziare a vacillare... se lo avessi perso che avrei fatto? Avrei mai trovato altro? Mi ci sono aggrappata con unghie e con denti, ma in ogni caso quel lavoro ad un certo punto è diventato forzatamente part-time, e al di là dello stipendio, di cui comunque avevo bisogno, mi sono trovata dopo anni ad avere mezza giornata libera (dopo un po' ho iniziato anche ad apprezzare, ma i primi giorni ero persa). Riempivo le mie giornate con l'ufficio, e nonostante il lavoro non sia mai stato chissà che, mi sentivo indispensabile, e questo mi faceva esistere, identificata nel lavoro... Nel tempo ho creduto di averci lavorato sopra, e di aver superato certe cose, tant'è che adesso pur con la consapevolezza che il mio mezzo lavoro è a rischio, non mi importa più.. mi sento di aver dato tutto quel che potevo li dentro (e paradossalmente solo da quando sono part time ci ho messo davvero impegno e attenzione), e poi ci sono una serie di situazioni poco gradevoli .. credo di non avere più nulla da fare li dentro, e non mi importa più di essere indispensabile.. tutto bene quindi... ed invece no, perchè l' amica di cui sopra, mi ha fatto notare che non ho risolto il problema, l'ho semplicemente spostato su altro, che comunque ora mi riempie, e non mi da il tempo per pensare a me stessa, e alla ricerca ... Alla fin fine sto continuando a spostare fuori, per non vedere dentro, continuo ad identificarmi con dei ruoli che mi facciano sentire utile, che mi diano un senso, che mi facciano "essere" qualcuno... ma fino a quando?
Anch'io ho imparato a mie spese di non essere indispensabile in molte cose, e di aver più volte dovuto considerare la mia vita ed esistenza da un altro punto di vista.
Mi sto rendendo conto che far ruotare tutto intorno al posto di lavoro può essere gratificante pensando di essere unici a saperlo fare in quel modo, magari è anche così ma sono veramente rare le persone insostituibili, e le cose e le priorità cambiano.
In questo periodo sto passando una crisi che potrebbe coinvolgere anche il lavoro oltre che la vita di coppia, e si sta facendo capolino l'idea di mollare tutto per prendere la liquidazione e ristabilire nuovi equilibri e priorità....
Mi sto rendendo conto che l'unico posto dove siamo indispensabili è la nostra vita, anche se cambia il punto fermo restiamo noi.
Il fatto di essere utili agli altri è una gran bella cosa, ma sposta il problema su "noi in relazione a...." per cui se viene a cadere quell' "a....." ci sentiamo crollare un po' tutto il nostro mondo.
Invece se prima di tutto cerchiamo di essere utili a noi stessi potremmo vedere le cose da un altro punto di vista.
Non è facile questo discorso e non so se sono riuscita a spiegarmi, ma certe volte quando si pensa di aver perso qualcosa si aprono nuove prospettive che magari prima non si vedevano avendo un po' il paraocchi dei soliti binari....

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