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Vecchio 09-09-2009, 23.30.55   #13
luke
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Originalmente inviato da filoumenanike Visualizza messaggio
Scusa hai ragione, ho fatto un pò di confusione, mi rimane, tuttavia, in sospeso l'idea che una volta raggiunto la nostra vera essenza, difficilissimo peraltro, come mi dovrei raffigurare la vita, come quella di Siddharta? alla fine della sua lunga vita si siede sull'argine del fiume e lo guarda scorrere...in continuo movimento ma sempre in unico presente, sempre uguale all'infinito...
Per intuito, visto che non sono cose che ho ancora vissuto, non dovrebbe essere così come lo descrivi, quasi come se fosse una noia mortale.

Debbo dire, però, che dubbi simili sono venuti anche a me in passato varie volte, ad esempio quando sento dire che bisogna disidentificarsi dall emozioni ecc, abbandonare la personalità di facciata ed entrare in contatto col vero sè ecc: uno può rispondere che le emozioni , belle o brutte che siano, sono il sale della vita, ed il discorso sul sè può apparire ad una prima analisi come se fosse una cosa fredda, asettica, impersonale, come se si diventasse degli individui apatici e distanti da tutto.

E' ovvio che poi basta guardare alcuni esempi (Gesù, Buddha, San Francesco ecc) per capire che le cose non stanno così e che le emozioni legate al raggiungimento della propria essenza sono molto, molto, più vere, profonde, durature e belle delle reazioni emotive meccaniche che prova la maggior parte delle persone, i pensieri sono più vivi, si guarda la vita in modo totalmente nuovo e diverso, non si naviga più a vista col rischio continuo di finire sugli scogli, ma si parte per uno splendido viaggio durante il quale si affrontano bene anche le peggiori tempeste...
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