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Vecchio 17-02-2006, 00.48.55   #9
jezebelius
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Secondo me bisogna anche stare attenti a ciò che in effetti ha assunto quasi vita propria, in altre parole fare attenzione all'immagine, una volta capito il meccanismo, che si è assunta quotidiamente e che come tale non vogliamo abbandonare.
Facendo un esempio, se sono stato timido ovvero il mio interagire all'esterno mi ha accompagnato per gran parte della vita e scopro quale è il meccanismo che sottointende al mio modo di presentarmi alla e nella circostanza, mi pare che per eliminare tale copertura si faccia fatica giacchè a questa ormai mi ci sono abituato, o sbaglio?
Quello che voglio dire è che potenzialmente potrei essere tutto ma il fatto stesso che di fondo scopro di non avere una " voglia " consolidata che mi conduce al cambiamento è una incognita, forse, con la quale devo fare i conti.
Altro discorso invece è quello che pone riferimento sempre alla medesimo cambiamento ma questo è frenato dalla stessa " mancanza " di volontà che in termini spiccioli viene chiamata pigrizia; naturalmente oltre questa è possibile un cambiamento poichè la volontà, in quel momento, viene riscoperta.
In altre parole oltre la pigrizia si nasconde la vera volontà.
Sono due lati della stessa medaglia, quindi rientranti nel medesimo discorso, oppure devono rimanere distinti come argomenti?
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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