Discussione: Religioni
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Vecchio 30-08-2005, 00.19.38   #52
Ray
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Torno sul concetto di "guerra santa" con due premesse: esaurire l'argomento è pressochè impossibile. Proverò a dare alcuni spunti, magari postando più di una volta data la mia logorrea. L'altra questione è che vorrei l'intervento del capo a stabilire fino a che punto posso trattare l'argomento in questa sezione. Io posto, poi mi fermo ed attendo istruzioni.

Alla visione tradizionale del mondo ogni realtà è un simbolo ed ogni azione un rito. Ciò vale anche per la guerra. In tutte le tradizioni, sia da un punto di vista cosmologico sia evoluzionistico (microcosmico) la guerra è presente. Non solo ma è pure prevista come mezzo per l'evoluzione spirituale (via del guerriero) che, invece di produrre un Santo, produce un Eroe il quale, a seconda dei casi, si conquista il Walhalla, l'Ade, La casa del Sole di Uitzilopochtili (atzechi) e via discorrendo. In oriente il Samurai percorre la Via del Guerriero e, nella tradizione cattolica, le prime guerre sono quelle angeliche.

La tradizione islamica - che forse interessa per attualità - o almeno quella regolare, distingue la Grande Guerra Santa ( al-jihadul-akbar ) dalla piccola guerra santa ( al-jihadul-asghar ). La prima sta alla seconda come l'anima sta al corpo. Ovvero la grande guerra si svolge all'interno dell'individuo come lotta dell'uomo contro i nemici che porta in se. Egli diventa un "eroe" quando sconfigge in se tutto ciò che è riferito alla sua natura inferiore, impulso disordinato, brama materiale. La piccola guerra è la sua trasposizione sul terreno materiale, può essere perciò combattuta dai popoli e, attraverso essa, il Guerriero può combattere più facilemente quella grande, vincendo soprattutto le sue paure ed il suo attaccamento alla vita corporea.

In tutte le guerre tradizionali, anche le più spietate, il nemico è comunque rispettato ed affrontato "ad armi pari" in quanto anch'egli è previsto stia combattendo la sua "grande guerra". Ecco quindi che il fatto che uno vinca e l'altro perda, che uno perda o meno la vita corporea, è solo una contingenza quasi irrilevante in quanto è possibile, se non auspicabile, che sia lo "sconfitto" che il "vincitore" siano entrambi vincitori ad un più alto livello.

Bisogna poi tenere conto che questo concetto, come tutti gli altri, ha subito nel corso del tempo svariate deviazioni, quando non totali inversioni. E che, sicuramente, insieme a molti altri è stato usato a fini discutibili, tra i quali, dominare le popolazioni.

In ogni caso (per rispondere ad Era), dal punto di vista tradizionale, non solo esiste la "guerra santa" ma essa è l'unica guerra esistente. Tutte le altre, che non pongono l'elemento spirituale in principio o non lo pongono proprio, sono invece da considerarsi massacri, uccisioni, abomini.
Quando dico "pongono l'elemento spirituale" mi riferisco alla guerra come "mezzo con cui si ristabilisce l'ordine" ed il riferimento che ogni guerra contingente deve avere è quello trascendentale del cosmo (cosmos = ordine) contro il suo opposto caos.

Tutto questo è passibile di ulteriori interpretazione simboliche che ci porterebbero a considerare le cose da un punto di vista diverso, di ordine "metafisico".
Qui mi fermo ed attendo repliche ed istruzioni
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