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Vecchio 15-12-2006, 15.08.44   #33
Ray
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Si tende a pensare che il parlare a vanvera riguardi solo i contenuti. Ovvero il cosa si dice. Non che non sia vero, lo è... ma è un aspetto secondario della questione.

Ciò che conta, anche qui come in tutto, è il come... (che viene direttamente dal perchè).

E' chiaro che se sto dal parrucchiere e chiacchiero ininterrottamente di scemenze insulse senza minimamente preoccuparmi di stabilire se penso davvero quel che sto dicendo ma mi limito a dar aria alla bocca per stare al centro dell'attenzione allora sto parlando a vanvera. E farei meglio a tacere.
Il fatto è che posso anche fare il più bel discorso del mondo per quanto riguarda i contenuti e parlare a vanvera lo stesso, se non "sento" quello che dico... se non lo accompagno col mio Essere... se non "spingo"... insomma, se non ci metto l'anima. (presente certi oratori o insegnanti che dicono certamente cose giuste ma risultano freddi... beh parlano a vanvera... e Cicerone si rivolta nella tomba ).

Ribaltando la questione posso Parlare davvero anche se dico cose di poco conto... o meglio, se parlo con l'anima, qualsiasi cosa dico non è di poco conto.
Prendiamo l'esempio più evidente: incontro uno o entro in un posto e dico "ciao". Quante volte è detto a vanvera?
Se invece metto l'anima nel ciao, se sorrido, se sono presente, se cerco di salutare non solo con la parola vuota ma mi "protendo" verso chi saluto, se mi ricordo che salutare vuol dire riconoscere come appartenente ad una cosa più grande di cui si fa parte (famiglia, cerchio di amici, di conoscenze ecc.), insomma se saluto davvero, allora ecco che inizio a non parlare a vanvera.

Se si inizia, anche poco, a cercare di parlare così ci si rende presto conto di quanto in effetti si parla a vanvera e nasce il desiderio di tacere...
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