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Vecchio 11-12-2006, 17.08.25   #16
Uno
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Originalmente inviato da Arjuna Visualizza messaggio
Ho letto con somma attenzione.
Riconosco benissimo anch' io che ci sono dei limiti, ma ora come ora il relativismo propone la contingenza come valore assoluto (assoluto come aggettivo), ovvero: qualcosa c' è, ma può essere diverso (a seconda di chi lo guarda, a seconda di vari fenomeni ecc.).
Il problema è che allora io potrei dire ''dal mio punto di vista, chi si definisce relativista ha torto'' e nessun relativista può dire che sbaglio, può solo dire che non la pensa come me, ma non può negare ciò che io affermo, nè affermare quello che lui dice. Rimane in una situazione di stallo o peggio affonda.
Io invece ho il mio Assoluto e il mio Necessario/Contingente, quindi posso negare come affermare, senza entrare in contraddizione, perchè pur riconoscendo che esistono altri punti di vista, nessuno mi dice che devo porli allo stesso livello del mio (mentre chi è relativista dovrebbe mettere tutti i punti di vista allo stesso livello, se riconosce gli stessi limiti per tutti).

Con questo non voglio dire che ho sempre ragione, semplicemente che se io dico di avere ragione o torto che sia, non cado in contraddizione



L' assoluto sulla persona è palese
Se vuoi ti posso fare un altro esempio: io dico che qui c' è una faccina che prende a martellate un' altra ---->

Senza sfumature, posso dire che è assolutamente così: qui uno sta martellando un' altro, senza analizzare perchè percome percosì, è assolutamente chiaro.
Citazione:
Originalmente inviato da Arjuna Visualizza messaggio
La mettiamo che non hai negato la mia affermazione, come ho spiegato prima (leggi tutto poi ).
Tu hai posto più attenzione sul martellato, ma il ''topos'' del martellamento rimane oggettivo e invariato: uno martella, l' altro subisce
Avevo letto anche ieri, solo che non avevo tempo per rispondere.... un pò neanche la voglia perchè sta diventando una discussione sterile.
Ci provo....
Tu dici da una parte c'è l'assolutista e dall'altra il relativista.
L'assolutista vede solo il suo come punto di vista valido, quindi nessuno può contraddirlo, o meglio lui se ne frega , il relativista invece siccome ammette che altri abbiano dei punti di vista diversi può essere contraddetto...
e questo basta per rendere meglio la posizione dell'assolutista?
Potremmo poi discutere su questa parola, che tu la usi come participio passato del verbo assolvere o come aggettivo relativo () sempre significa che sei al di sopra delle leggi, sei assolto all'origine, e siccome non sei soggetto alle leggi di ciò che stai osservando puoi averne visione assoluta.....

Ricominciamo allora... di cosa sei in tale condizione? Di cosa tutti possono affermare di essere al di sopra? Solo della propria persona (personalità) dato che in qualche modo la creano in tutte le sue sfaccettature.... anche se spesso senza sapere come e perchè....

Quello che tu chiami una faccina che martella l'altra per me (provocazione) ora è uno spazio bianco con in mezzo due macchie che si muovono....... (al prossimo giro se vuoi ti trovo altri infiniti punti di vista) e tu per quanto assolutista (come credi di poter essere) non puoi dire che sto dicendo il falso.

Il discorso si allunga ma rientra anche nel principio di identificazione, tu in quanto essere umano (per un microbo le due faccine sono due campi di mais) nato nel ventesimo secolo vedi delle faccine (uno del 1200 che vedesse un monitor con le stesse cose direbbe che sono due folletti burloni) nella società occidentale (vedi per primo quello che martella, invece che quello che riceve) identifichi la cosa come una faccina che martella l'altra.
Quando ci si dimentica dell'identificazione si assume una posizione assolutista che è diverso da poterla realmente avere......

Potrei continuare a lungo.... ma aspetto prima di sprecare byte
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