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Vecchio 05-11-2011, 20.40.22   #3
diamantea
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Si dice anche che è rimasto in gola di un desiderio quasi realizzato.

La gola è un passaggio fra l'esterno e l'interno e viceversa, è il mezzo di comunicazione fra dentro e fuori e non è solo riferito al cibo.
Il piacere è legato al cavo orale ed al passaggio tra questo e l'esofago, poi perdiamo il senso del gusto.
Lo stesso con le parole, o i suoni, vi è un gusto nel far passare l'aria dalla gola alla bocca procunciando le varie parole.
Sicuramente il cibo è il primo elemento che passa per la sopravvivenza, quindi la gola ci garantisce sopravvivenza innanzitutto.
Poi sempre allargando il temine della sopravvivenza al Vivere usando i talenti legati alla gola come centro energetico, per un artista è fondamentale appunto per sopravvivere uscendo dalla dimensione puramente materialistica.
Parli di gusto e buon gusto Gris, questo mi richiama la memoria all'educazione o la disciplina. Finchè seguiamo l'istinto della fame in senso ampio ingurgitiamo tutto ciò che serve per colmare momentaneamente il vuoto.
La ricerca verso il gusto ci permette di selezionare il tipo di fame che sentiamo e di conseguenza a selezionare il cibo inteso in senso ampio, e a tollerare la fame nell'attesa di procurarci ciò che ci serve veramente.
Il senso della fame si potrebbe paragonare forse alla curiosità di cui parlava Uno in altro 3d, che spinge alla ricerca.
C'è anche una modalità, una tempistica in cui avviene questo passaggio tra dentro e fuori, si può divorare o assaporare, gustare lentamente. Credo più forte è il disagio del vuoto più siamo portati a divorare, e viceversa.
Finchè ci manteniamo sazi, pieni, ci neghiamo la possibilità di avanzare di un grado nell'assaggio dei vari sapori della vita sia materiale che spirituale.
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"Mi manca già la tua presenza, ma fai parte di me e per questo non sei mai andata via"
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