Discussione: Incroci, memorie
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Vecchio 30-12-2009, 01.13.46   #10
Lion
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Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
E qui arriviamo anche a qualcosa di cui in qualche modo abbiamo parlato spesso anche se spesso di sfuggita. L'uomo stesso nel suo insieme è relativo eppure ha ciò che Castaneda definisce il punto di unione, che altre tradizioni in parte definirebbero l'eterno presente, che metaforicamente potremmo anche vedere come una puntina su una lavagna di sughero che tiene una manciata di fogliettini.
Penso che all'idea base ci arrivano parecchi con facilità, anche solo simbolicamente se prendiamo diverse rette che rappresentano nostre cose che vengono dal passato e vanno verso il futuro il punto dove queste si incontrano è il nostro presente. Questo non si limita al simbolico, nella realtà queste rette occupano tutto il nostro spazio ove per spazio non intendo solo quello visibile e tangibile.

Fin qui nulla di nuovo più o meno no? Adesso però prendendo la metafora della lavagna di sughero vorrei approfondire il discorso. Il punto di unione o l'eterno presente di un individuo è un punto che racchiude informazioni che provengono da ogni dove e convergono in quel punto. Alla fin fine in maniera molto terra terra, ciò che manifestiamo del nostro essere è solo questo. Se sostiamo questo punto, se qualcosa da fuori sposta questo punto o siamo capaci e vogliamo spostarlo noi, cambiano le rette e quindi i flussi di informazione e quindi ciò che noi siamo in quel presente.
Quelle sono ciò che definirei memorie volatili tant'è che spostandosi seppur da qualche parte memorizziamo tutto, a livello conscio è possibile che non ricordiamo le informazioni che avevamo nel punto di prima. In un certo senso è anche fisiologico, non posso essere nel punto x uguale a quello che sono nel punto y perchè in quei due punti sono il risultato di rette diverse.
Eppure in noi c'è la capacità di memorizzare in forma trasportabile quello che eravamo nei punti precedenti e tutto sommato anche se adesso è complicato definirlo anche dei prossimi punti, quelli più vicini, almeno per le persone comuni.

Si capisce qualcosa fin qui?
A me sinceramente il discorso delle rette è chiaro. Cioè il mio presente è formato da tutte le intersezioni delle rette che alla fine segnano il vissuto di ognuno di noi. Ovviamente è diverso per tutti ed è anche per questo che ci diversifichiamo l'uno dall'altro per certi aspetti e carattere. Però mi vien da dire che mentre i pezzi di rette passati sono ben delineati e quindi in un certo senso li conosco, quelli futuri ci sono ma li vedo come delle rette che devono ancora essere definite. Magari sono già scritte, che alla fine sarebbe i destino, però non le vedo bene..

Quello che invece non mi è chiaro, è in che modo c'è il collegamento con l'aforisma di Einstein. Cioè non mi è chiaro come passiamo dal relativo alle linee che formano la nostra vita.

Ma il fatto di spostare il punto di intersezione è a livello filosofico? O c'è qualche possibilità di farlo? Cioè a me detta in parole povere mi da come l'idea di entrare in un'altra vita.. perchè se cambio punto di intersezione, cambiano anche tutte le rette che mi portano li, quindi altre esperienze e altro vissuto.
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