Discussione: Bonsai
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Vecchio 01-10-2007, 00.43.16   #20
Lion
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Originalmente inviato da Grey Owl Visualizza messaggio
Per un certo periodo ho praticato da un vivaista della zona. Realizzavo dei pseudo bonsai ovvero piccole pianticelle ottenuti da margotte (ma anche da talee).
In genere piante di olmo e bosso ma anche acero e ficus. Tutte piante forti e resistenti con una "veloce" crescita. Esigenza primaria per chi non vuole fare fatica e sentirsi bravo nel coltivare bonsai.

Perchè pseudo bonsai?... innanzitutto sono ottenuti da margotte e quindi con una vitalità ridotta. Eppoi per essere venduti il più rapidamente possibile serve educarli a filo di rame crudo con un certa violenza.
Non si tratta di bonsai ma di un esempi mal riusciti.

Smisi dopo qualche mese... non mi sembrava giusto tortuare queste povere piante. Ricordo che presi in mano un bonsai bellissimo quasi soffocato dal rame per colpa del proprietario che manco si era accorto di quanto fosse cresciuto stretto dal filo di rame.

Serve "solo" attenzione e amore verso la pianta... nulla più.

Informarsi sulla pianta (periodo di potatura, terriccio, concime,ecc...) fà parte di quell'attenzione e amore che serve.
Cito il tuo post perchè trovo che certe cose non siano del tutto esatte..
E' tutta la vita che amo la natura e ormai saranno una decina d'anni che mi dedico ai bonai... e nonostante ciò non ho ancora finito di imparare... si impara sempre qualcosa di nuovo!!!

Il bonsai nasce in Cina tra il II e IV secolo d.C. con il nome di pun-sai, ovvero l'ideogramma cinese che significa "pianta in vaso". Quella che magari in occidente può essere considerata una moda.. in oriente era e forse ancora poco oggi è, uno stile di vita vero e proprio, da qui nasce il fatto che l'uomo occidentale ha dovuto comprendere che il suo intervento sulla pianta è soprattutto un atto d'amore..!
La leggenda narra che sono nati ancora prima i bonsai, quando le popolazioni nomade della Cina dovevano spostarsi da una parte all'altra, e di conseguenza avevano imparato a coltivare le piante da frutto in vasi e così poter godere tutto l'anno dei frutti che la natura gli regalava...

Tornando alla citazione di Grey, volevo dire che purtroppo è vero che con la commercializzazione, sia per motivi economici, che di tempo, le piante da vivaio vengono pompate al massimo con concimi chimici per crescere molto rapidamente e ottenere così bonsai di una certa dimensione già in due, tre anni.., ma sul fatto della filatura delle piante per donare alla pianta armonia e soprattutto la famosa "triangolarità", se praticata con intelligenza e rispetto non arreca alcun danno alla pianta. Dopo che ci siano persone che lo lasciano su a tal punto da strozzare le vene linfatiche.. è un altro discorso...
La filatura è comunque iniziata con l'arrivo del bonsai nel Giappone, che negli ultimi anni hanno affinato le tecniche proprio per velocizzare i tempi.. ma la prima scuola di bonsai vera e propria nata in Cina, vietava tassativamente di utilizzare fili per far crescere la pianta a proprio piacimento.. e veniva praticata la tecnica del "pota e lascia crecere": ossia fino a quando la pianta non gemmava nella zona desiderata, si continuava a potare e così avanti.. chiaramente così si stava anche generazioni per formare un bonsai, ma a quei tempi non c'era la mentalità del tutto e subito!! I bonsai allora venivano tramandati di generazione in generazione.. e l'altra unica cosa concessa oltre alla potatura era attaccare dei fili con dei pesetti sui rami in modo che prendevano le forme volute, poi appunto in Giappone si sono perfezionati con la tecnica della filatura usando fili di rame cotto.
Comunque per come la vedo io, la pratica della filatura, se fatta in maniera corretta e togliendo il filo immediatamente ci si accorge che il legno si sta segnando, non reca alcun danno alla pianta, anzi, dona armonia e triangolarità, chiaramente quello che bisogna ricordare sempre è che con la filatura si vuole valorizzare quello che la pianta ha già in se, e cioè la sua andatura naturale, non andare a sconvolgere completamente la forma della pianta, ma semplicemente armonizzarla. Tornando al discorso della Cina e di come venivano considerati e trattati i bonsai, voglio solo dirvi che quando per motivi estetici del bonsai bisognava eliminare un ramo, veniva eseguita sia prima che dopo la potatura una cerimonia religiosa per il sacrificio del ramo tagliato e per la sua anima... questo solo per dare un pò l'idea di come sono cambiate le cose...

Tornando alla citazione non ho mai sentito che una pianta ottenuta da margotta o talea abbia un tempo di vita più limitato rispetto che una ottnuta da seme.. basta pensare che che certe specie rampicanti come l'edera si automargottano automaticamente in natura, perchè crescendo sulla terra certi rami si interrano da soli e da li spuntano nuove radici, e vivono benissimo per molti anni. Un'altra cosa che mi viene in mente è il ficus in mostra al museo Crespi che ha più di 1000 anni ed è stato ottenuto da una talea... Tra l'altro, per le persone che pensano ai bonsai come ad una costrizione e ad una tortura per la pianta..., è stato dimostrato che una pianta tenuta bene e con le dovute precauzioni, vive più tempo come bonsai che in libera in natura.. del resto è logico che con l'amore e l'intervento dell'uomo che accudisce la pianta come un figlio non può che giovare ad essa... Poi sul fatto che, una pianta raccolta in natura e quindi nata da seme, ovvero un yamadori, riporti in se tutti quei segni della natura "crudele", ovvero il vento che soffia, la neve gelida, le pioggie forti, e via dicendo.., è chiaro che conferisce alla pianta caratteri vetusti e affascinanti che naturalmente in vivaio non si ottengono.. basta vedere la differenza dei prezzi tra un yamadori ed una pianta da vivaio... questo comunque a mio avviso non vuol assolutamente dire che un ficus da vivio sia meno affascinante di un pino raccolto sulle montagne del Giappone..

Sul fatto invece che vengono prodotte quantità industriali di ficus, olmi e serisse, anche non ci vedo niente di male, proprio perchè sono specie che crescono molto velocemente, e non hanno bisogno di particolari attenzioni, e quindi una persona che vuole entrare in questo mondo è giusto che inizi da lì, per poi passare a specie difficili come pini, bossi, prunus e via dicendo. Del resto sarebbe come uno che si è appena fatto la patente ed inizi a girare con l'auto da corsa.. sarebbe un pericolo per lui, per gli altri ed inoltre non apprezzerebbe quello che ha... e già iniziando con piante facili le perdite sono comunque notevoli..

Dal mio punto di vista, quello che più dovrebbe entrare nella mente di una persona che vuole entrare in questo meraviglioso mondo, è il rendersi conto che ha davanti a se una pianta a tutti gli effetti, solamente ristretta in un vaso. Una volta una persona mi aveva chiesto dove si possono comprare semi di bonsai.. chiaramente dopo una risata gli ho spiegato che sono piante normalissime come quelle che vede nei boschi, e che la differenza sta nel fatto che si trovano in un vaso con poca terra, quindi vanno concimati, tenuti nella giusta zona di luce per non riscaldare troppo le radici nel vaso ristretto, rinvasati per cambiare il terriccio esausto e via dicendo... ma se uno prende un bonsai e lo mette in piena terra, a meno che non sia una pianta tropicale come ad esempio ficus o serisse e che quindi devono stare in casa appena la temperatura scende sotto ai 10 gradi, questa pianta comincierà a crescre e a crescere fino a diventare un albero delle dimensioni che di solito siamo abituati a vedere.

L'ultima cosa che volevo dire era che spesso e volentieri quando si compra un ficus, un olmo o una serissa, il venditore ti dice che va bagnato una o due volte alla settimana.. Questa è la cosa più terribile che possano dirti!!!! Infatti 9 piante su 10 muoiono così. Perchè chiaramente dipende da dove si espone la pianta, se c'è umidità nell'aria, se fa caldo o freddo, e via dicendo.. ci sono molte variabili diciamo, quindi la tecnica da seguire é solo una, almeno per queste 3 essenze, quando il terricio si inizia ad asciugare in superficie si annaffia abbondantemente fino a che non si vede uscire l'acqua dai fori di drenaggio. In inverno per esempio a me capita che li bagno una volta al mese.. e d'estate le piante in vasi piccoli e quindi con poco terriccio devo bagnarle anche 2 volte al giorno. Ultima cosa sennò scrivo un poema... , come ho già detto i bonsai sono piante vere e proprie, quindi se fuori c'è una bella pioggierellina mettere il bonsai all'aperto non farà altro che giovare alla salute del bonsai, perchè poi come si sa non c'è acqua migliore di quella che cade dal cielo per le piante! Poi è chiaro che se viene una super grandinata è meglio proteggierli che non si rovinino.

Ho scritto poema... , scrivo poco ma almeno quando scrivo mi faccio sentire...

Ultima modifica di Lion : 01-10-2007 alle ore 00.59.16.
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