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Vecchio 23-11-2007, 21.17.16   #5
Ray
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Da piccolo, a parte un periodo abbastanza breve in cui non mangiavo nulla, non ero uno difficile. L'unica cosa non potevo soffrire nessun formaggio e questo è andato avanti fin quasi all'età adulta... pian piano ho iniziato con qualche tipo, adesso li mangio quasi tutti con gusto.
Le minestre non mi andavano granchè a parte quella di fagioli che adoravo (mia figlia invece le adora... bon c'è anche da dire che mia moglie cucina assai meglio di come cucinava mia madre) e ovviamente preferivo pasta, pizza, lasagne e roba così. Anche le cosiddette schifezze avevano il loro peso nei miei gusti, ma la roba genuina mi attirava e sono stato educato, in particolare da mio padre, alla "roba buona", nel senso di fatta bene. Adoravo e adoro ancora i salumi, mio padre ne era un grande estimatore.
Adesso mangio di tutto e vario molto (nel senso che ogni sera cambio i condimenti della pizza ... scherzo) a parte i cavoli e affini... mi ci devo proprio sforzare e se posso li evito. Mi nausea tutto ciò che sa di anice.

Un trucco usato dai miei, che poi non è un trucco, è stato proprio quello di educarmi il palato, di insegnarmi a fare attenzione alle differenze, ai gusti... mica tutti i salami sono uguali, ne tutti i biscotti e neanche le schifezze... insomma mi hanno insegnato ad apprezzare le cose fatte bene, anche speigandomi da dove venivano, come si facevano eccetera.
C'è da dire che hanno trovato terreno fertile, sono un godurioso del palato e ho la tendenza ai peccati di gola.

Altra cosa: non mi piacciono le bibite gassate (le metto tra le schifezze comunque) anche se ogni tanto mi capita di berle... al limite preferiso quelle amare, tipo acqua tonica o chinotto. Da piccolo ovviamente le adoravo ma mi venivano centellinate... non esistevano come in molte famiglie odierne, cose come pasteggiare a cocacola.
Invece quando mi è stata fatta assaggiare la birra la mia opinione verso il mondo della materia è cambiato. Forse non era tutto da buttar via e si poteva anche rimandare il diluvio . La adoro tuttora e mi piace esplorare le mille varietà esistenti e fare abbinamenti. Purtroppo (o forse meglio) sono alcoliche, il che mi obbliga a spostarmi ancor di più dalla quantità alla qualità. L'amaro del luppolo è un gusto di cui non mi stancherei mai.

Boh, mi fermo sennò scrivo un romanzo... mi ha dato un sottile piacere scrivere sto post... ripercorrere certe parti da questo punto di vista...
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