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Vecchio 25-11-2007, 18.01.40   #12
griselda
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Ragazzi ho seguito il vostro esempio ed ho ritrovato un sacco di cose che manco ricordavo forse per pigrizia o forse per timore vi devo ringraziare ho trovato anche tante cose belle spesso mi fisso troppo su quelle brutte ed invece ho trovato un cestone pieno di bei ricordi e di amore che ognuno da a modo suo.

Da bambina d’estate quando ero a casa da scuola mia madre mi portava con se al mercato. Mi piaceva girare per le bancarelle specialmente soffermarmi davanti a quelle dei giochi, ma anche a quelle che vendevano prodotti in salamoia, dalle olive alle acciughe. La mamma allora mi faceva scegliere ogni volta un tipo di olive diverse e me ne comprava un cartoccio che mangiavo lungo la strada. Le acciughe invece le mangiavo al pomeriggio nel pane imburrato. Poi è arrivata la cosa del colesterolo e addio burro. Il burro per me era come il cibo degli dei. Mi piaceva con la marmellata sempre sul pane, oppure quando mia madre ci soffriggeva l’aglio e la salvia e poi ci cuoceva la bistecchina o le uova. Beh il burro di allora aveva un buon sapore non è uguale a quello di oggi oppure è cambiato il mio palato non so, ma penso sia più probabile la prima opzione.
Da bambina inoltre mi piacevano le interiora del pollo e coniglio, tanto che qualche volta mia mamma assecondando queste mie preferenze mi comprava solo quelle dal macellaio e me cucinava insieme all’arrosto di coniglio o di pollo. Come mi piaceva molto anche l’aglio con cui aveva fatto il soffritto per la carne arrostita. Poi mi piaceva il rognone, l’odore era strano ma il gusto dell’aglio e il prezzemolo lo rendeva gustosissimo.
Odiavo il fegato invece. Mi piaceva la carne trita cruda e la carne di cavallo perché mi dicevano che faceva bene. La salsiccia cruda poi era una delizia. Ricordo che per assecondarmi mia madre mi comprò di tutto, aveva piacere se mangiavo, persino le creste del gallo e i testicoli di non ricordo quale animale. Scusate ma ora mi viene da ridere, ma allora al mercato si vendeva di tutto.
Del pollo adoravo oltre che le interiora anche la testa di cui mangiavo con gusto la midolla, succhiavo anche quella del collo e facevo la ricerca nelle ossa per trovarne altra. Ma soprattutto le zampe oggi non si trovano più, mia madre sbrucciacchiava il pollo sul fornello per togliere tutti i rimasugli di piume e poi lo puliva, ricordo ancora quando svuotava lo stomaco del pollo da tutta quella roba verde-giallognola poi una volta cotto era mio, mi piaceva quel gusto di nervetto duro da mordicchiare e strappare con i denti e le mani si si perché il pollo e il coniglio si mangiano con le mani. Spiluccarli tutti è un’arte. Per il coniglio idem come sopra però il fegato di entrambi lo mangiavo ma spesso era amaro mia madre diceva che si era rotto il fiele e che dovevo lasciarlo indietro. Le parti che mi piacevano di più erano le cosce anche ora se lo mangio preferisco quelle se non si può però mi adatto ma il petto proprio non mi piace lo trovo stopposo, quindi se lo mangia qualcun altro sono bene felice di lasciarglielo.
Da bere c’era l’acqua che si faceva diventare gasata con una povere in bustina, inizialmente le bustine erano due poi divennero una sola. Queste operazione a me era vietata perché ritenuta troppo piccola, la faceva mia madre o mio fratello che era molto più grande di me. Bisognava fare attenzione a non far cadere fuori la polverina ma anche, appena versata la seconda bustina, chiudere ermeticamente la bottiglia con il suo tappo affinché non fuoriuscisse tutta sulla tovaglia. Il tappo aveva quelle chiusure di metallo che con forza si spingevano all’ingiù ed io non avevo ancora la forza di fare questa operazione senza rovesciare la bottiglia, però uff ricordo che volevo tanto farlo anche io. Ero già grande quando iniziò a comprare le bibite gasate se non mi curavano le bevevo a perdicollo quindi c’era un veto, ancora oggi mi piacciono tantissimo ma mi autolimito.
A mia mamma non piaceva molto cucinare o comunque le dava noia se qualcuno si lamentava di ciò che aveva cucinato, ora che cucino pure io, la capisco. Solo che cucinava una dose industriale a volte che durava dei giorni e quindi qualche lamentela poi logicamente se la ritrovava perché ci si stancava della stessa pietanza. Anche se a pensarci oggi povera donna faceva i miracoli con i soldi quindi cercava di sfamarci senza farci mancare nulla e quindi in qualche modo doveva pur risparmiare.
Mi piacevano le verdure cotte ma non amavo l’insalata rossa la trovavo amara oggi è quella che prediligo: la trevisana, forse per risparmiare la comprava un po’ avanti ed ecco che prendeva quell’amarognolo. Mi piacevano i cetrioli quando li metteva a fare l’acqua sotto sale li rubacchiavo perché mi piaceva il sale su quella verdura. Poi mi piaceva il melone anche se non lo mangiavamo spesso. I salumi tutti i formaggi solo quelli saporiti e invecchiati anche ora il gorgonzola quello che si scioglie tutto mi fa impazzire. Ahhhh dimenticavo lo zabaglione normale o anche con il caffè una delizia.
Il bello veniva al sabato quando ci concedevamo di andare dal salumiere. Il solo profumo entrando già bastava per spalancarmi narici e occhi pregustandomi ogni piatto pronto la sul bancone: i nervetti, l’insalata russa, i pascetti in carpione, sotto Natale il capitone e la anguilla, poi qualche frittura di pesce, sott’aceti e il fatidico sacchetto di patatine mentre aspettavo la fine della spesa. ( e il regalino all’interno la sorpresa come mi piaceva!) La domenica poi c’era sempre il pollo bollito, un pentolone enorme con i pollo che faceva quasi impressione sembrava un bambino nudo a testa in giù. Con il brodo mia madre cuoceva i ravioli e come al solito mi prendevo una sgridata perché li facevo scomparire nel parmigiano, come mi piaceva quando filava tutto e si attaccava al cucchiaio e lottavo per non lasciarne attaccato neppure un filino. Bevo tutto il brodo prima e poi mi gustavo i ravioli al formaggio fuso.
Poi siccome mi piaceva la cipolla me la teneva da parte dando ad ognuno la verdura che prediligeva, oppure metteva patata carota, zucchina e cipolla in una terrina e le condiva con olio e aceto. A volte faceva anche il bollito di carne non mi piaceva perché quella carne finiva tutta tra i denti ed era filacciosa però mi piaceva la parte nervosa quella attaccata alle ossa, anche quella degli ossibuchi mamma che buoni gli ossibuchi nervetti e midollo tutto insieme. Ahahah Del pane mai neppure l’ombra a pranzo e neppure a cena non lo volevo vedere ora invece mi piace tantissimo ma mi limito se no decollo.
Quando preparava il minestrone ero li come il mio gatto in cerca di un po’ cibo assaggiavo tutto tuttissimo anche la patata poi facevo finta che mi piacesse per non dare ragione a mia madre che mi aveva avvertito che non era commestibile cruda.
Mi incuriosivano i cibi che non avevo mai assaggiato e quindi quando arrivava una vicina con qualcosa di nuovo del suo paese facevo da assaggiatore fu così che scoprii le rane, le lumache, il pecorino e persino erbe di campo che mangiavo in insalata o germogli di rovi di cui non ricordo il nome, fiori di campo e il trifoglio con quel sapore agro.
La frutta ricordo che uff non mi piaceva molto allora me la sbucciava e me ne faceva assaggiare qualche fettina. Però mi piacevano i cachi e le melagrane. Gli aranci e i mandarini e l’uva solo se erano molto dolci.
Quando invece preparava il budino ero la con l’acquolina per tutto il tempo per cui quando aveva messo il tutto nella formina mi lasciava ripulire il pentolino con il cucchiaio di legno mettendomi in guardia affinché non mi scottassi.
Poi un giorno scopriì la nutella e quando racimolavo abbastanza mancia andavo in drogheria e me ne compravo un vasetto mangiandolo tutto di nascosto perché mi era vietato mangiarne molta. Divenni talmente golosa di cioccolato che mi feci salire gli zuccheri nel sangue così dovetti fare una cura per poter essere operata di appendicite. Mentre ero in cura ricordo che un giorno scoprii una scatoletta di ovetti di cioccolata e me ne mangiai alcuni di nascosto. Mamma come erano buoni due volte buoni.
Ad un certo punto dopo aver scoperto cosa mi piaceva facevo di quei miscugli tutti di seguito che arrivai a stare male mi rimpinzavo e poi stavo male. Piano piano mi resi conto ci vollero anni ma smisi di trangugiare di tutto e di più. Mi ricordo un pomeriggio in cui avevo bevuto una tazza di latte con il panettone, dopo mangiai un panino con il prosciutto crudo e infine un caco. Stetti male come un cane. Ahahah
Uh il panettone mi piaceva molto ma molto di più le uvette ricordo che mio padre non le mangiava per lasciarle a me mi riempiva dei contenitori che poi mangiavo i giorni successivi. Buonissime anche le caldarroste comprate sempre già calde in cartoccio proprio di questi tempi. Frutta secca, fichi, datteri che buoni.
Mi piacevano i pomodori raccolti negli orti di qualche vicino di casa assieme all’uva americana ma mi sa che era bellissimo andare a “rubacchiarli” piuttosto che trovarli già pronti in tavola.
Alcuni cibi li conobbi solo dopo sposata quando iniziai io ad andare a fare la spesa o confrontandomi con altre cucine.
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