Discussione: Sull'illuminazione...
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Vecchio 06-08-2007, 15.02.44   #6
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Data registrazione: 17-08-2006
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Ammettiamo che le due realtà siano la stessa realtà.
Possiamo chiamarli punti di vista.
Ammettiamo che ci sia il punto si vista separato e il punto di vista globale che riunisce il punto di vista separato. Così dimostriamo che l'insieme della realtà illuminata ingloba l'insieme della realtà non illuminata. E quindi non è altro che una realtà che contiene l'altra realtà e quindi fa tutto parte dello stesso insieme, della stessa realtà.
Quindi le due realtà coesistono. Possiamo chiamare tutto questo l'universo che contiene se stesso.
Questo conferma l'ipotesi che tutto è connesso, cioè che c'è un'univoca realtà.
Ammettiamo che questa univoca realtà si chiami verità.
Cioè che tutto ciò che sta al di sotto della verità è tutto un punto di vista incompleto ma sempre "vero", separato ma non indipendente dalla verità e dal tutto.
A questo punto possiamo affermare che ci sono due modi di vedere la realtà. Uno che è il punto di vista incompleto, ed uno che è il punto di vista completo, integrale, cioè vedi tutto per ciò che è senza contraddizioni e distinzioni. Il punto di vistà completo contiene tutti i punti di vista minori separati.
Quindi, il non illuminato vive osservando tutto dal punto di vista incompleto. Vive cioè nelle contraddizioni. Quindi la frase:

Citazione:
ma debbo contraddirti
Presuppone che ci sia qualcosa di incompleto o di inesatto in certi concetti. E in realtà è così perchè dal punto di vista separato è impossibile fare concetti coerenti che non si contraddicono tra di loro altrimenti saremmo già illuminati! Quindi succede che se si guarda la realtà dal punto di vista separato si ammette che ci sia un punto di vista giusto e uno non giusto:

Citazione:
dal giusto punto di vista con una cordicella posso misurare distanze incredibili... anzi anche distanze astronomiche, se non ci riesci vuol dire che o non hai il punto di vista giusto o non riesci a fare i calcoli prospettici, cioè catturare e comprendere l'analogia.
Ma in realtà non esisterebbe nella realtà ultima che abbiamo chiamato verità un punto di vista giusto, poichè un punto di vista non è altro che un punto di vista, e niente di più, si tratta di un modo di pensare separato che non ingloba in sè il tutto.
Si presuppone quindi che la realtà dell'illuminato siccome comprende tutto il complesso, vede la cosa da un punto di vista che in realtà non esiste, cioè vede tutto per ciò che è senza punti di vista particolari. Semplicemente ha la vista senza un punto. Oppure si può affermare che esso vede, da un punto di vista più ampio, più completo e ingloba in un punto di vista più largo i punti di vista minori. Di un bicchiere per esempio consideri non solo l'interno ma anche l'esterno, non vedi solo il caldo ma vedi anche il freddo allo stesso tempo, perchè tutto è relativo e non puoi dire che una cosa è così oppure che è cola se non hai un punto di vista. Puoi solo osservare la cosa per quello che è.
In sintesi il fatto che non riesco a misurare distanze astronomiche con una cordicella più che dal punto di vista dipenderebbe dalla poca funzionalità nel farlo.
Perchè dovrei cimentarmi in una simile impresa che mi richiederebbe secoli se ho a disposizione altri metodi più efficaci che già conosco o che magari posso creare in tempo più breve? E che vedono in modo più ampio e completo la grandezza da misurare?
Quindi sarebbe molto più funzionale invece che perdersi nei meandri della mente separata, nell'ego, osservare tutto nel complesso, così si ha più libertà di godersi la vita invece che crearsi problemi che non esistono come il trovare un modo di misurare con la cordella quando esistono infiniti altri sistemi più vantaggiosi.
Ma cosa significa godersi la vita?
Forse potrebbe essere che una persona che vive facendosi le seghe mentali cercando soluzioni a dei problemi che già sono praticamente risolti come il cercare di misurare 100km con il centimetro quando hai già a disposizione altri sistemi con un punto di vista più ampio come il radar per misurare la stessa distanza.
Ma cos'è che non ci permette di goderci la vita?
E' forse il fatto che pensiamo che il problema non sia già stato risolto, cioè il continuare a pensare in modo separato ed incompleto.
Cioè nella realtà da illuminato i problemi sono nel complesso già risolti poichè hai tutti i punti di vista o meglio hai la vista senza il punto, e in effetti il cercare di risolvere un problema nella realtà non illuminata significa trovare un giusto punto di vista e non la vista senza il punto. Quindi mentre nella realtà illuminata i punti di vistà ci sono tutti e non ci sono problemi reali da risolvere, nella realtà non illuminata, ci sono solo problemi senza soluzione e solo infiniti punti di vista in cui puoi vedere una cosa che in realtà non ha bisogno di punti di vista per essere appunto osservata.

Alla fine, se si vuole veramente risolvere i problemi, cioè trovare la soluzione ad un determinato quesito, l'unico modo è essere consapevoli che la soluzione al quesito c'è già, la sappiamo già, ed ecco che il problema cessa di esistere, e vediamo tutto per quello che è. Così come nella legge duale, non esiste vera libertà se continua a persistere il presupposto che ci sia un padrone che ci schiavizza(non c'è vittima senza carnefice), così come nel esempio sopra non esiste la soluzione se continua a persistere il problema(non c'è consapevolezza della verità senza inconsapevolezza). E' solo riconoscendo che il problema ha già la soluzione che il problema cessa di essere tale. E così come riconosciamo che non siamo vittime di alcun carnefice, allora riconosceremo che sappiamo già la risposta al determinato problema.

Tutto questo lungo discorso potrebbe far parte dell'osservare le contraddizioni della mente, e nell'operare chirurgicamente la mente al fine di farla impazzire per far spazio a qualcosa di nuovo oppure far entrare nella mente stessa nuove domande che allarghino il punto di vista esistente...
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