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Vecchio 23-08-2007, 23.14.10   #55
Ray
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Predefinito Alessandro

Eccoci qua, provo a misurarmi con il difficilissimo Alessandro (Sandro ne è il diminutivo, Sandra e Alessandra i rispettivi femminili derivati).

Se nelle mani di qualcuno è capitato uno qualsiasi dei moderni libretti che "svelano" il significato dei nomi, a parte rare eccezioni che non mi sento di escludere, cercandovi "Alessandro" è probabile che gli venga da dire: ma che mai, dov'è la difficoltà? E sciorinerebbe quanto segue:

Alessandro viene dal greco Alexandros ed è composto da Alexein=proteggere ed andros=uomo. Alessandro è quindi il protettore degli uomini, traslato del suo popolo.

Il fatto è che questa etimologia è del tutto fantasiosa. Se la sono inventata appunto gli antichi greci cercando (e non trovando) il significato di Alessandro. Infatti conoscevano Alessandro il Macedone.
Non solo, ma alexeo può essere inteso anche come scacciare, infatti il termine italiano alessifarmaco designa un antidoto, uno scacciatore di veleni. Non si perde comunque il senso di proteggere. Ma a questo punto chi dice di Alessandro che è uno che scaccia gli uomini non ha più torto di chi lo vuole a proteggerli.

Purtroppo il nome è di origine frigia e, di conseguenza, il significato è del tutto sconosciuto. Punto fine.

A questo punto, dove la filologia si arrende all'evidenza dei suoi limiti, non mi pare troppo azzardato provare a ragionarci su utilizzando altri campi semantici e neanche fare qualche deviazione in qualche ambiente che il nostro sorcio definirebbe esostrano, dato che tutti i nomi, se sono sufficientemente antichi, ne portano delle influenze.

Di Alessandro, restando nel mondo classico, sappiamo altre cose. Infatti già nell'Eneide lo troviamo come soprannome di Paride, quasi a mo' di aggettivo. Neanche del nome Paride conosciamo il significato, tuttavia conosciamo la sua storia e le sue caratteristiche. Paride nasce con un destino segnato (quello di essere la causa della distruzione di Troia) al quale destino la madre cerca di sottrarre/rsi abbandonandolo da infante. Egli però sopravvive, cresce e realizza quanto profetizzato. Prima però realizza se stesso come uomo. Questa realizzazione da una parte lo vede come scelto dal padre degli dei (Zeus) per giudicare la dea più bella (da il pomo a Venere scegliendo l'amore promesso di Elena) e dall'altra come guerriero (uccide nientepopodimeno che Achille). Anche la sua tragica sorte è segnata e lui non vi si può sottarre (muore in mezzo ad atroci sofferenze colpito da una delle frecce avvelenate rubate ad Ercole).
In qualche modo Paride contiene in se la realizzazione dall'inizio alla fine ma è anche spinto inesorabilmente da eventi esterni a lui superiori. Facendo le debite proprozioni (in piccolo), chi legge la storia di Alessandro Magno può facilmente trarre la sensazione di una situazione analoga.

E adesso via al delirio: in sanscrito "alaksana" è ciò che per definizione è privo di definizione... illimitato. Inoltre "anda" è l'Uovo primordiale che contiene tutto l'Universo. Cioè qualcosa che contiene in se tutte le possibilità realizzative ma che è anche comandato (destinato) da forze esterne superiori (infinite ed indefinibili)... l'Assoluto.

Detto ciò concludo il mio delirio con una "traduzione" di Alessandro basata su queste ultime considerazioni. "Colui che pur Libero in se, soggiace al Destino"... nome che sta bene tanto ad un uomo quanto ad un cosmo...
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