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Vecchio 20-04-2007, 10.58.16   #3
RedWitch
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio

Noi veniamo usati dalla sofferenza perchè ci identifichiamo con essa e/o con le sue cause apparenti. In realtà chiamiamo sofferenza l'attrito prodotto dalle emozioni negative, o dalle emozioni che la nostra personalità considera negative. Questa identificazione ci porta ad indulgere in atteggiamenti "negativi" che concorrono al cristallizzarsi delle emozioni in stati d'animo. L'esempio più frequente è il risentimento nei confronti del provare dette emozioni.
Tutti gli atteggiamenti correlati sono a mio avviso inseribili in questi due, dalla eccessiva indulgenza nei confronti di se stessi all'autocommiserazione... tutte situazioni che ci permettono di indulgere in stati emotivi quali rabbia, paura, risentimento ecc.ecc
Questo significherebbe, che le emozioni, di per sè, non sono nè positive, nè negative, ma siamo noi, che soggettivamente le viviamo come tali. L'attrito che si genera lo traduciamo come sofferenza, perchè fa stare male, scalda in qualche modo, e la prima reazione è quella di rifiutarlo (non voglio stare male, perchè sto male?perchè mi accade questo?), di scacciarlo, come hai scritto più avanti, vorremmo che finisse il prima possibile e cerchiamo di mandarlo via, ottenendo l'effetto opposto, perchè in quel modo, la sofferenza sommerge e si amplifica. E provo rabbia. Ma continuo a restare dentro alla situazione in cui mi trovo, continuo a soffrire,con rabbia, paura o quantaltro,continuo a restarci dentro, e più mi sommerge e più mi paralizzo.. e poi per rompere quelle cristallizzazioni, occorre un sacco di energia. Quindi ne sprechiamo il doppio alla fine..
Cosa si potrebbe fare quando mi trovo in una situazione per la quale soffro?

Citazione:
La maggior parte di questa sofferenza è inutile. Se io provo rabbia e assumo un atteggiamento non patetico (da patire, subire) so innanzitutto che finirà e inoltre so che posso provare ad usarla. Invece se mi arrabbio per il fatto di provare rabbia (verso me stesso,la persona o la cosa che percepisco come origine) non farò altro che ridondarla, alimentandola indefinitamente.
Dopo il primo momento di sbandamento, invece che continuare a piangermi addosso e a ritenermi tanto sfortunata , provo come hai detto ad usare la sofferenza. Ad usarla come spinta per saltare fuori dal fosso.. E' difficile descrivere a parole cosa significa usare la sofferenza .. la descriverei come un agire facendo forza sulla sofferenza (rabbia, paura etc) che sto provando, usarla come un surplus di energie che in quel momento ho a disposizione, dirigerla verso l'obiettivo "saltare fuori dal fosso", piuttosto che perdere tempo a provare sentimenti negativi verso altri, me stessa etc, che invece che aiutarmi, alimenterebbero la sofferenza , ingigantendola.

Citazione:
L'identificazione con le emozioni negative nutre l'Imporatnza Personale. Essa ingigantisce a dismisura l'importanza sia dell'emozione che della sofferenza che dell'origine di essa (fatto accaduto o quel che è) andando quindi, grazie a ciò, ad alimentare se stessa e a stare sempre in primo piano. La trasformazione della sofferenza parte dall'ignorare l'IP.

L'identificazione con le emozioni negative ha come risultato l'allontanarci dal presente e quindi da noi stessi, a favore di ciò che non siamo, i meccanismi di reazione della nostra personalità. La trasformazione della sofferenza implica un cercare di restare nel presente, li dove siamo noi, anche se nel presente c'è sofferenza. Questo sposta il discorso sull'accettazione, termine spesso usato e, quasi altrettanto spesso, usato a sproposito. Accettare è smettere di desiderare che finisca. E' facilissimo raccontarsela sull'accettazione.
Accettare, dal mio punto di vista significa, accogliere ciò che mi fa soffrire, che genera l'attrito e mi fa soffrire, prendere atto che c'è esiste, e che anche se lo rifiuto non sparirà. E che dal momento in cui ne prendo atto, dovrò lavorare per modificare qualcosa in me, anche se l'evento apparentemente è esterno, il problema è in me.. Accettare davvero è la cosa più difficile da fare molto spesso, ma è anche la prima.. la più "importante". Una volta fatto questo ci si puo' muovere...

Citazione:
............
La trasformazione della sofferenza crea vita, perchè la sofferenza è energia...
E quando impari a trasformare la "tua" sofferenza in altro cominci a vivere .. sì.. sono d'accordo


ps: non so se è il posto giusto, ma già che ci siamo, si potrebbe vedere anche la differenza tra dolore e sofferenza?

Ultima modifica di RedWitch : 20-04-2007 alle ore 11.01.10. Motivo: aggiunta del ps
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