Discussione: Sola nella metropoli
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Vecchio 24-05-2010, 22.08.56   #1
diamantea
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Predefinito Sola nella metropoli

Rientro a casa, mia sorella mi aspetta, non è una delle nostre case ma una nuova, in un paese straniero ma non saprei quale. La sensazione di essere sole io e lei, senza passato, e senza legami di figli o altro. La porta d’ingresso di legno ampia, dentro colori morbidi e caldi sul nocciola arancio tenue, molto ben arrededata, con ampia entrata. L’idea di una casa curata e raffinata ma soprattutto una sensazione di benessere, cura e ordine. Lei mi dice che sta aspettando due inquilini di altra nazione a cui ha affittato per due o tre mesi l’appartamento, abbiamo bisogno di soldi. Si presenta alla porta una coppia sui trentacinque anni, lui alto biondo, fisico magro ma muscoloso, lei alta con lunghi e folti capelli neri, vestiti entrambi con pantalone e casacca di lino bianco molto belli e perbene. Prendono la chiave e sembrano gradire l’appartamento. Fuori sul pianerottolo sento una suoneria del telefonino dell’inquilino che lo ha dimenticato dentro la tasca dei pantaloni appesi sul corrimano della scala insieme alle sue ciabatte. Ha una suoneria particolare, innovativa che dice delle parole di cui non ne afferro l’ultima. Sono curiosa e chiedo a mia sorella di prendere il telefonino e risentirla, lei è più brava di me con pc e cell. Lo prendiamo ma il cell è ultima generazione, computerizzato, alla prima schermata compaiono tre scene di teatro della sua compagna. Sembra più complicato del solito accedere alla suoneria. Io vado a lavorare e mia sorella rimane in casa con il cell. La nostra nuova dimora che è una casa piccola, vuota con le pareti bianche di rimpetto l’appartamento affittato, scopro qui che le case sono di mia sorella e ci viviamo insieme. Il mio stipendio non basta e lei affitta temporaneamente quello migliore per guadagnare un po’ di soldi.
Esco per andare a lavorare raccomandandole di fare in fretta con il cell e rimetterlo a posto prima che l’uomo se ne accorge. Ma quando torno la trovo spaventata, l’uomo ha ripreso i pantaloni è molto arrabbiato e cerca il suo cell, mia sorella lo ha trattenuto per curiosità, è molto particolare, ha mentito dicendo di non averlo preso lei ed ora lui le gira intorno alle pareti della casa che sembrano trasparenti, come una lucertola.
Allora dico di metterlo a terra fuori dalla porta così lo trova, ma appena apriamo la porta loro sono lì davanti ma di spalle, mettiamo il cell a terra e loro si girano, inveiscono contro di noi e per vendetta entrano nell’appartamento bello e iniziano a coprire selvaggiamente le pareti con lunghe pennellate di colore madreperlato. Io cerco di reagire ma mia sorella mi blocca, mi dice che ormai è andata così e non vuole lottare, anzi approfitta dell’occasione per andare via e cambiare vita. Un giorno la venderà.
Usciamo sul grande terrazzo e guardiamo la città che si para ai nostri occhi come una grande metropoli che non ho mai visto. Lei dice di voler andare a destra e cambiare vita, io penso di seguirla, mi mantiene lei e sto per prendere il diploma al liceo. Ma poi penso che lo prenderò quando sarà possibile, guardo la città e penso che ci sarà un lavoro e una casa per me, è tempo di staccarci. Lei va destra ed io a sinistra, non ci salutiamo e non ci guardiamo indietro, forse non ci rivedremo più.
Scendo per andare fuori ma prima voglio andare al bagno. C’è un uomo che sta pulendo il bagno e dice che non si può entrare, che li tutti seguono le regole. Aspetto che asciuga poi entro, vedo tutto moderno, grande, bianco e pulitissimo. Accanto la doccia c’è un secchio bianco e trasparente vuoto ed un altro uguale pieno di acqua limpida. Il water è pulito e bianco ma vi è della carta bianca pulita dentro e questo delude l’idea di perfezione. Poi mi sveglia il mio compagno, sono le 05.00.
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"Mi manca già la tua presenza, ma fai parte di me e per questo non sei mai andata via"
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