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Vecchio 21-04-2007, 00.53.05   #10
Sole
Conosce ogni vicolo
 
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Citazione:
L'unico modo sarebbe andare a modificare preventivamente il meccanismo che la fa insorgere. I motivi per cui insorge, ovvero questi meccanismi, possono essere svariati (approfondiremo in seguito), ma alla fin fine sono riconducibili al fatto che ci siamo identificati in qualcosa, ovvero che ci siamo dimenticati di noi.

Noi possiamo invece iniziare a costruirci un controllo sulle emozioni dopo che l'emozione, in questo caso la rabbia, è già insorta e ce la troviamo li bella e pronta.
La prima reazione automatica alla presenza della rabbia è esprimerla. Lo facciamo con una velocità pazzesca (non si esprime solo a parole). Il che è un modo di cercare di sfuggirla, come dice RedW... esprimendola almeno in parte esce e ce ne liberiamo.
Quindi la prima cosa che posso fare è impedirmi di esprimere l'emozione o cercare di farlo. Il che mi darà dei risultati probabilmente parziali e proporzionali sia all'intensità dell'emozione che alla mia prontezza nell'impedire l'espressione. Via via che mi ci sforzo la parzialità di questi risultati diminuirà.
Mi par di capire che si propone una sorta di corazza, di armatura contro la manifestazione della parte più nera di noi, l'unica che ci permette di consocerci. Se da una parte posso condividere il discorso sull'osservare le emozioni prima dopo e durante.. dall'altra vedo il rischio di chiudersi in una ampolla di vetro e non uscirne: mi convinco che il mio meccanismo di rabbia violenta nasce da tale situazione e toh chiudo le valvole e finisce l'effetto. Ma così che ho conosciuto di me? A che prova mi sono sottoposto.Accettare vuol dire anche riconoscere. Se non riconosco il falso dal vero come faccio a dire: non soffro?
L'unica maniera è vivere pienamente le emozioni di qualsiasi natura siano, e piano paino che le lasciamo libere magari anche smettere di avere paura di provarle e sentirle. Mica dico di andare in giro a fare i matti... ma viverle dentro di se. Senza tecniche o metodi, solo vivere..

Concordo che soffri veramente mentre la rabbia si manifesta e ti opponi, frizioni, non reprimi, non chiudi, ti spalanchi e resisti, resisti fino dove puoi e riesci (tanto di più non vai) resisti finchè il calore genera la forza e il coraggio di muoverti schivando. Non vai contro nulla, non scappi, ma non ti lasci colpire.
Non si parla solo di rabbia chiaramente. Mi viene in mente un maestro a scuola che punisce un allievo perchè non ha saputo fare bene il suo dovere e gli dice: soffro più io di te nel punirti. Sarebbe facile lodare e fregarsene, ma punire significa mettersi in gioco e andare contro le aspettative dell'altro. E' strano che riusciamo a vedere questa sofferenza proiettata nell'altro e non riusciamo a farla muovere per noi stessi. Anche una mamma soffre quando non può dare al figlio la caramella perchè ad esempio il bambino ha il diabete... ma si ha bisogno di una scusa, di un motivo .. se si applica invece il buon senso.. si Soffre. In questo caso la sofferenza diventa sacra.

In pratica il non esprimere emozioni negative di cui si parla qui
non vuole dire repressione o frenare i pensieri ma non esprimendoli non gli si da forma ne sostanza e quindi forza, non li si alimenta.. ma se sorgono bisognerà pur conoscerli.
Sole non è connesso