Discussione: Lo faccio per......
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Vecchio 17-06-2010, 10.15.24   #31
griselda
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Ma no, è che per quanto doloroso, è più facile essere consapevoli del male che del bene e la consapevolezza del secondo può derivare solo da quella del primo, altrimenti non partiremmo dall'inconsapevolezza.
Così, nel cammino, quando abbiamo imparato che il male viaggia sotto le ali del bene, che ad esempio l'autocompiacimento viaggia e sospinge le nostre buone azioni (che non per questo non sono anche buone), lo impariamo talmente bene che ci concentriamo solo su quello... ed effettivamente si rischia di perdere di vista l'altro.

Possiamo voler bene, che è il volere il bene dell'altro e quindi siamo anche capaci di azioni che sono più bene che male. Pian piano possiamo anche, credo, ridurre sempre più il male, ma solo attraverso la consapevolezza di quest'ultimo. E' un po' quello che cercavo di dire col maglione che la nonna fa per il nipotino... oltre al bene per quest'ultimo c'è la sua propria soddisfazione che però, se è consapevole, è lavorabile e "pulisce" il maglione... che comunque è meglio fare piuttosto che no.
Ti voglio bene, voglio bene ad una persona perché mi riempie, aderisce a me. Suscita in me qualcosa. Quindi non ci vedo tanto altruismo

Mi vuoi bene? Ho bisogno anche qui come sopra, devo sapere che mi vuoi bene perché da sola non mi basto, e il tuo bene, l’essere amata mi riempie il vuoto…
Faccio il tuo bene, fare il bene dell’altro di solito quando lo si dice è già una fatica, perché fare il bene dell’altro di solito vuol dire sofferenza che può anche riflettersi su di noi, se faccio il bene di un figlio sgridandolo soffrirò io e lui ma se è ad esempio per imparare le regole è il suo bene
Non è bene per lui, che frequenti quella compagnia, che mangi gelati tutti i giorni, facendo apparentemente il male che è vietargli le cose sbagliate, faccio il suo bene, soffrirà ma sarà per il suo bene
Insomma fare il bene vuol dire fare il male e viceversa, che casino, far soffrire a fin di bene è fare il bene, fare il male è fare sempre e solo quello che apparentemente fa bene, perché quando proviamo un sentimento di bene di solito è un bene peloso ovvero è un appagamento quindi bene mica tanto
Però se sfruttiamo ad esempio dei nostri difetti tipo, come dice Ray, l’amor proprio, ma come mi sento brava a fare il maglione per il nipotino, in quel caso usiamo il male per fare il bene.

Andiamo bene per come sono fatta mi sa che non ne pesco altri di esempi come questo, non esiste un vademecum?
Mi associo ad Edera un vademecum anche per individuare i bisogni si può avere ?
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