Discussione: Credere e Sapere
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Vecchio 15-12-2007, 01.59.52   #16
Ray
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Quindi credere alimenta la mente, sapere no. Sapere anzi, in qualche modo la mette fuori gioco, la rende inutile. Anche se, in considerazione di quanti diceva Uno sopra, ossia che ci sono vari gradi di sapere più o meno elevati (e che di solito quel che chiamiamo sapere è ben che vada un grado basso) questo significa che finchè una cosa non la sappiamo al 100% (esperita con l'Essere?) in realtà non sappiamo del tutto e quindi in una certa parte, quella mancante, crediamo. Quindi la mente non è fuori gioco.

Questo "credere"... che poi è un ritenere, dato che di posizione intellettuale si tratta e non di sentimento tipo fede, è avere un'opinione, magari piuttosto precisa, basata su dati. Dati che magari possiamo dire di sapere.
Ammettendo di avere effettivamente esperito qualcosa... e quindi di sapere qualcosa ad un certo grado, grazie a ciò posso formarmi un'opinione, magari piuttosto plausibile, su una questione più ampia o in qualche modo collegata. Ciò mi porterebbe a "credere" che le cose siano in un certo modo, basandomi su ciò che so e sull'attività della mente che ci lavora.

In realtà, avevo tirato su questo tread per spostare un po' il discorso, ma questa premessa mi è tornata utile. Il punto comunque era: quando possiamo dire di sapere davvero qualcosa? Anzi no, messa così è un trucco della mente, esiste un limite all'elevatezza della nostra conoscenza?

Faccio un esempio, espandendo anche al discorso soggettivo-oggettivo, perchè pur complicando c'entra.

Ho un muro verde. Tizio, che per sua deformazione soggettiva gira con occhiali gialli mi dirà che è giallino verdognolo, oppure che è giallo, dipende da quanto sono gialli i suoi occhiali (intensità dell'immersione nel suo personale soggettivo (P.D.B.)), per Caio invece, che porta occhiali rossi varrà lo stesso discorso solo spostato sul rosso (si, parleranno dello stesso uro ma penseranno di parlare di due cose diverse)... poi ecco che arriva Sempronio che è oggettivo, gira senza occhiali e vede il muro verde.

Ma quanto verde? Quanto approfondita può essere tale conoscenza? Sempronio può avere un amico che gli dice che il muro è verde ma verde chiaro. Hanno entrambi ragione, entrambi sanno, ma in qualche modo l'amico ne sa di più di Sempronio.

Qui sorge un problema, anzi ne sorgono due: uno riguarda il soggettivo-oggettivo, ovvero la differenza di intensità di conoscenza tra "verde" e "verde chiaro" dipende dall'esperienza dei due e quindi torna il soggettivo in qualche modo (o no?)... l'altro pone al questione che, se entrambi sanno ma non sono sulla stessa posizione, allora anche entrambi non sanno o sanno solo in parte. E quindi in altra parte credono. Anche se sanno che la loro conoscenza non è completa in parte credono. Anche se il credere-sapere si è spostato ad un altro livello...
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