Discussione: foto mentali
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Vecchio 01-06-2008, 01.12.34   #9
Grey Owl
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Originalmente inviato da dafne Visualizza messaggio
...la verità è che se mi fermo e guardo quanto ho attorno, anche la tastiera dove stò scrivendo per assurdo mi rendo conto che non ho mai visto bene che non mi sono mai concentrata sui particolari che questa "nebbiolina" che mi avvolge, questa superficialità nell'osservare ciò che ho attorno è forse una delle cause del mio disordine. [...] Nei momenti in cui sono più attenta le cose attorno prendono una forma più definita anche nella mia testa e questo mi permette anche di disegnare un pò meglio, con più facilità..
Stà cosa un pò mi piace e un pò mi mette a disagio.
E' capitato pure a me di aver quella sensazione di maggior lucidità mentale rispetto a prima. A me in un primo momento mi ha stupito, non potevo credere che prima fossi così avvolto dalla "nebbiolina", poi ho sentito un disagio di come spesso ricada in quella "nebbiolina" e di quante volte guardo ma non vedo. Sono momenti di maggiore (apparente o reale?) lucidità che rimettono in discussione quello che siamo e il nostro modo di essere. Questo fà paura perchè è come la sabbia che ci scivola sotto i piedi, come un salto nel buio. La prima reazione è quella di ritornare al pensiero di noi, di come ci percepiamo. Però rimane quel gusto provato in quel momento in cui ci siamo visti diversi dal solito, non è più possibile negare quel momento di maggior lucidità.
Quel disagio che si prova nel sapere che esiste quella nebbiolina che ci avvolge.

Citazione:
Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
...io me la immagino sta cosa come un puntino (noi) che ci muoviamo dentro una sfera (le nostre possibilità) ma che di solito viviamo sempre nello stesso spicchio... il quale si ingrosserà deformando la sfera e attirandoci sempre li, dove c'è più spazio... e questo abitare riguarda sia la modalità espressiva (comportamento, atteggiamento eccetera) sia percettiva, sia mentale (mi penso in un certo modo)...
Io me l'immagino come tanti piccoli gufetti che lavorano dentro il corpo. Questi piccoli gufetti lavorano in un modo che gli è consueto (immagino una catena di montaggio). Lavorano in questa catena di montaggio e ripetono i soliti gesti, nel modo di vedere le cose che (credono) di conoscere, nel comportamento rispetto a dinamiche che (credono) di conoscere, nei ragionamenti che (credono) di conoscere. Poi arriva un gufetto operaio e sale sul palco e richiama gli altri operai gufetti. Per un attimo in fabbrica tutto si ferma e l'attenzione è su quel gufetto che parla e dice che non bisogna credere di conoscere ma che serve lavorare tutti assieme con un nuovo metodo di lavoro. Tutti i gufetti riprendono il lavoro consueto alla catena di montaggio però un gruppo di loro si è organizzato formando un sindacato e riprende il lavoro coordinandosi (slegato dalla catena di montaggio) . La fabbrica lavora come al solito però ogni tanto capita di rivedere quel gruppetto di operai che lavora in un modo diverso dal solito, sono una minoranza ma col tempo e con la continua adesione a quel sindacato può diventare una forza che rivoluziona il lavoro.
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