Discussione: Camera da letto
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Vecchio 25-01-2009, 15.54.31   #7
jezebelius
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Originalmente inviato da stella Visualizza messaggio
Ho sognato che la mia camera da letto aveva una porta che dava direttamente sulla strada, (mentre in realtà quella è una portafinestra al 6° piano) ed era sempre piena di gente allegra che si sedeva sulle sponde del letto come si trattasse delle sedie di un bar e tutti si conoscevano tra di loro e conoscevano me.
Poi il sogno si sposta all'esterno, stavo in una piazzetta e aspettavo una persona ma ero nervosa e avevo fretta perchè ero terribilmente in ritardo per il lavoro e avevo paura di non riuscire a fare in tempo.
Quando finalmente arriva la persona che stavo aspettando, mi dice di non preoccuparmi che tanto al lavoro se la cavavano benissimo anche senza di me.
Poi mi dice: andiamo a festeggiare e si torna in questa camera che è addobbata con tanti lampioncini colorati e un dj che fa musica e luci come si trattasse di una discoteca. L'atmosfera è molto festosa e chiassosa ma ad un certo punto mi rendo conto che quella è casa mia e mi chiedo cosa ci fa tutta questa gente quindi li caccio fuori e rimango sola ad aggirarmi per la casa vuota.
Pur non tralasciando ciò che è stato detto, azzardo qualcosa.
La casa insomma che sta in basso - mentre come dici casa tua si trova in alto - come per indicare che c'è ancora da " sistemare " qualcosa.
Certo è che, considerando la camera da letto come la parte intima, hai fatto entrare chiunque in quella sfera e di ciò sei stata contenta per i primi tempi. Una condivisione che, bene o male, ci stava ed era necessaria.

Il lavoro, andare al, forse indica appunto sia quel che hai ( ancora ) da fare e per il quale - in senso ampio ovviamente - credi di essere in ritardo e sia una esortazione, sotto forma di ansia, che tu stessa ti dai dando però a questa molta importanza.
Questo avere paura di non esserci, di non essere presente, di pensare probabilmente che a lavoro possono - anche - fare a meno di te, ti genera attrito.
Un senso del dovere che deve esserci ma che non deve prendere il sopravvento. Di fatti la persona che viene - tu stessa secondo me - ti dice che in effetti non c'è ragione per cui preoccuparsi. L'attesa di questa, funzionale a quel'ansia...
Torni a casa. In fondo però ti accorgi che com'era prima - dunque persone che siedono sul letto, ora il salotto che è addobbato come un discoteca, che forse indica quell'aspetto giovanile che ancora "ospiti " e col quale vorresti collaborare, avere una sinergia - non ti va e passi all'estremo opposto cacciando via tutti. Come se volessi rimanere da sola scoprendo poi, purtroppo e per fortuna, che non è quello il da farsi.
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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