Discussione: Qabbalah
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Vecchio 07-02-2006, 18.56.31   #10
Smashan
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Proviamo a fare un'analisi di linguaggio, poichè la Qabalah, essendo metodo, è soprattutto 'linguaggio'. Quest'analisi la possiamo chiamare: 'PARLARE CABALA'.
Questo post qui sopra diretto a Jeze, è un esempio di Cabala estatica, ovvero una volta ottenute le basi intellettuali del linguaggio cabalistico, esse devono essere trascese, o meglio ancora 'penetrate'. Questo entrare dentro (il significato stesso dell'iniziazione, dal latino in inis) significa anche farsi filtro stesso del linguaggio in questione, quindi comprenderlo e portarlo fuori. Questo 'penetrare la tecnica' è la ricerca di un significato esoterico, cioè insito nei collegamenti intellettuali e algebrici del sistema stesso, attraverso la propria comprensione delle leggi universali, sia macrocosmiche che microcosmiche. Dunque diventa una lingua ATTRAVERSO cui spiegare ogni cosa, parlare di ogni cosa, elemento dunque di INTERAZIONE. Questo rapporto è possibile in modi diversi.

L'esempio è nel post che ho scritto su 'Ri-velare':
Ri-velare.
Posto che indica precisamente porre un nuovo velo....un velo su che cosa? Sulla Verità. E perchè si vela la Verità? Per nasconderla? No. Non è quello lo scopo. La Ri-velazione è una conseguenza della Manifestazione del Verbo. Ovvero, una Verità pronunciata è Menzogna, perchè corruttibile e de-finita.
Affinchè vi possa essere parola, si deve considerare che c'è un soggetto che prununcia (Dio crea attraverso il verbo, che era presso di lui, che era lui) e un oggetto che la ascolta, la riceve, la prende con sè. Cosa c'è di più Illusorio? Nulla, poichè la Parola, anche se atta a trasmettere la Verità, nega l'unità, poichè necessita del dualismo per sopravvivere.
Consideriamo a livello microcosmico.
Lingam e Yoni, che sono rispettivamente i genitali maschile e femminile. Essi nell'atto sessuale diventano un tutt'uno pur restando elementi separati, e si dice che 'il Lingam è un tutt'uno con il cedere della Yoni, e la Yoni è un tutt'uno con l'allungarsi del Lingam'. L'eiaculazione, che è il verbo, cos'è? La possibilità di unione, ovvero la possibilità del concepimento, la creazione, il terzo elemento che rende veramente UNO i due elementi contrapposti.
Ma dove va a finire il seme? Nel Grembo, nelle tenebre, dove viene incanalato e de-finito (poichè la nascita condanna alla morte). L'illusione è la DICHIARAZIONE stessa del dualismo. Ma quest'illusione non è errata, è l'unico linguaggio attraverso il quale operare per trascenderla, tornando all'unità.
Dunque questo ri-velare è il seme che entra nelle Tenebre. Cosa sono le Tenebre? Il Silenzio, la quiete che succede al Chaos.
Quindi la Parola e il Silenzio, nel loro continuo rapportarsi, determinano la Verità. Uno ri-vela e l'altro conserva. Qual è il canale che permette alla rivelazione di non disperdersi? L'Amore, che è causa della separazione e al contempo possibilità di unione.
Sull'albero della vita infatti, nella triade superna, abbiamo due Sephirot che fanno al caso nostro. Cochmah e Binah, rispettivamente parola e silenzio, uno dà e l'altro riceve, attraverso la via di Daleth, che è la via dell'Amore puro, Agape, e che in ebraico significa 'porta'.
Provate a meditare sul fatto che dire la verità è una maledizione.
Perchè? Perchè siamo costretti a pronunciarla, perdendo il Silenzio e ritrovandolo subito dopo. L'unico modo per non disperdere è far passare il verbo nel canale dell'amore, affinchè dall'altra parte vi sia comprensione.

Questa è un'applicazione del linguaggio cabalistico, e si ricollega perfettamente al discorso qui sopra rivolto a Jeze.
Una volta che un METODO diviene il filtro attraverso il quale si parla, si ascolta, si assimila e si analizza, in maniera naturale si ha la sua applicazione alla REALTA' (esempio di passaggio da cabala teorica a cabala pratica). Ci sono poi altri metodi di applicazione pratica, tra cui il rituale magico. Il concetto di MESSA A TERRA.
Ma il fine, attenzione, non è la Cabala che, in quanto linguaggio, deve restare un mezzo, un canale attraverso il quale esprimere se stessi e creare un collante tra il nostro cerchio e tutto il resto, che è poi il confine stesso del cerchio.
Il fine è sempre l'unione tra Macrocosmo e Microcosmo.
Il segreto è l'applicazione costante dei principi studiati con il proprio vissuto e la propria condizione, quella umana. Una questione di aderenza.

Posto questi due esempi, che già evincono un'analisi un po' complessa di questo linguaggio, si ritorna indietro all'intelletto, per esporre le regole principali attraverso cui opera la cabala stessa, ad un livello meramente algebrico e logico.
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