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Vecchio 06-09-2010, 00.19.28   #15
Ray
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Originalmente inviato da Telemaco Visualizza messaggio
Bisogna capire cosa intendiamo per conflitto, anche se le cause spingono nella stessa direzione ci sarebbe sempre un conflitto (di direzione) a meno che non fossero esattamente uguali.
Ma in un essere le cause ad agire sono sempre infinite.
A volte può influire la più predominante a volte un compromesso tra più motivazioni.
Ti intendi di vettori? Faccio conto tu sappia come funzionano... in ogni caso sono sistemi di rappresentazione di forze, quindi utili a rappresentare le cause in questo discorso e esemplificative per quello che intendo per conflitto.

Se una forza agisce su di noi non abbiamo scelta, subiamo quella forza, e ci muoviamo (non limitiamo questo termine al movimento spaziale) nella direzione della forza, nel suo verso e con la sua intensità.
Se due forze agiscono su di noi la questione cambia. Esse possono essere sulla stessa direzione oppure no.
Se lo sono o sono divergenti o hanno lo stesso verso. Se hanno lo stesso verso si sommano, anche se non sono uguali. Avremmo due cause che si sommano a muoverci in quella direzione e con quel verso. Se hanno versi opposti si sottraggono, con l'effetto opposto, ma ci torno.

Se le due forze sono divergenti siamo di fronte ad un conflitto. Il risultato dell'azione di queste forze è una terza forza data dalla somma vettoriale delle due e va in una direzione intermedia a queste, proporzionalmente alla loro intensità. Normalmente questo lo chiamiamo compromesso.

Tuttavia può darsi il caso che la direzione del compromesso non sia percorribile, come nel banale esempio di un incrocio stradale. O vado dritto o giro a destra (partiamo dal presupposto che vorrei andare sia di qua che di la), il compromesso suggerirebbe una direzione diagonale, ma non c'è la strada. Necessariamente devo prendere una delle due.

Vorrei approfondire ma faccio un passo indietro perchè manca un pezzo alla questione del conflitto.
Il fatto di essere di fronte ad una scelta, ossia a due alternative, presuppone che io percepisca queste due alternative e le consideri tali. Il che, a sua volta, presuppone che per una certa misura considero entrambe possibilità percorribili. Se una delle due la scartassi a priori come non desiderabile non saremmo di fronte ad una scelta. La scelta la abbiamo quando siamo di fronte a due (o più) possibilità che vorremmo percorrere, anche se non necessariamente con uguale intensità. Ossia sussiste un conflitto di volontà, indipendentemente dalla natura di questa volontà (ossia consapevole o meno).

Su questo sei d'accordo? Se lo sei dobbiamo chiederci come questo sia possibile, come sia possibile lo stesso conflitto. La frammentazione dell'io in varie parti più o meno indipendenti spiega bene la cosa (un mio piccolo io vuole il galato al pistacchio e un altro alla cioccolata), ma non è detto che sia l'unico modo. In ogni caso la questione è determinante per stabilire qualcosa su un eventuale libero arbitrio, sua sussistenza compresa.


PS: sui vettori c'è un tread nella sezione scienza in cui li usavo, analogamente a qui, per rappresentare i desideri come fatto meccanico.
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