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Vecchio 06-09-2010, 19.11.25   #16
Telemaco
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Ti intendi di vettori? Faccio conto tu sappia come funzionano... in ogni caso sono sistemi di rappresentazione di forze, quindi utili a rappresentare le cause in questo discorso e esemplificative per quello che intendo per conflitto.

Se una forza agisce su di noi non abbiamo scelta, subiamo quella forza, e ci muoviamo (non limitiamo questo termine al movimento spaziale) nella direzione della forza, nel suo verso e con la sua intensità.
Se due forze agiscono su di noi la questione cambia. Esse possono essere sulla stessa direzione oppure no.
Se lo sono o sono divergenti o hanno lo stesso verso. Se hanno lo stesso verso si sommano, anche se non sono uguali. Avremmo due cause che si sommano a muoverci in quella direzione e con quel verso. Se hanno versi opposti si sottraggono, con l'effetto opposto, ma ci torno.

Se le due forze sono divergenti siamo di fronte ad un conflitto. Il risultato dell'azione di queste forze è una terza forza data dalla somma vettoriale delle due e va in una direzione intermedia a queste, proporzionalmente alla loro intensità. Normalmente questo lo chiamiamo compromesso.

Tuttavia può darsi il caso che la direzione del compromesso non sia percorribile, come nel banale esempio di un incrocio stradale. O vado dritto o giro a destra (partiamo dal presupposto che vorrei andare sia di qua che di la), il compromesso suggerirebbe una direzione diagonale, ma non c'è la strada. Necessariamente devo prendere una delle due.

Vorrei approfondire ma faccio un passo indietro perchè manca un pezzo alla questione del conflitto.
Il fatto di essere di fronte ad una scelta, ossia a due alternative, presuppone che io percepisca queste due alternative e le consideri tali. Il che, a sua volta, presuppone che per una certa misura considero entrambe possibilità percorribili. Se una delle due la scartassi a priori come non desiderabile non saremmo di fronte ad una scelta. La scelta la abbiamo quando siamo di fronte a due (o più) possibilità che vorremmo percorrere, anche se non necessariamente con uguale intensità. Ossia sussiste un conflitto di volontà, indipendentemente dalla natura di questa volontà (ossia consapevole o meno).

Su questo sei d'accordo? Se lo sei dobbiamo chiederci come questo sia possibile, come sia possibile lo stesso conflitto. La frammentazione dell'io in varie parti più o meno indipendenti spiega bene la cosa (un mio piccolo io vuole il galato al pistacchio e un altro alla cioccolata), ma non è detto che sia l'unico modo. In ogni caso la questione è determinante per stabilire qualcosa su un eventuale libero arbitrio, sua sussistenza compresa.


PS: sui vettori c'è un tread nella sezione scienza in cui li usavo, analogamente a qui, per rappresentare i desideri come fatto meccanico.

Il tuo discorso sui vettori è abbastanza chiaro.
Ma se come esempio può andare bene per capire certe dinamiche , non è sufficiente per spiegare fenomeni più complessi come quello della scelta.
Ogni scelta è figlia di intricatissimi meccanismi ramificati di causa ed effetto non ci sono mai solo due cause a scontrarsi, ma infinite.

Quando dici di scartare a priori una possibilità per affermare che non saresti più di fronte ad una vera scelta, ricordati che quello scartare a priori è lui stesso figlio di una causa/scelta.
Il solito cane che si morde la coda.

Di fronte ad un incrocio dove potrebbe essere per noi indifferente scegliere la destra o la sinistra, magari non prevale la diagonale (che sarebbe la media delle due direzioni possibili), ma la direzione più attraente secondo i canoni di quello che è stato il nostro vissuto.
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