Discussione: in fuga
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Vecchio 08-10-2007, 11.25.17   #47
dafne
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E' curioso come brani di discussioni letti in momenti diversi riescano ad agganciarsi uni agli altri in un momento e dare un senso, o meglio, dare una direzione ai pensieri che fino a un secondo prima si facevano i casi loro ognuno nel proprio angolino.. ho continuato ad osservare questo bisogno che ho sempre di sentirmi presente attraverso i gesti o le parole degli altri,(e questo è possibile che sia la tensione di cui avete parlato nell'altra sezione?) ho notato come io reagisca sempre a un'idea che, se presa nero su bianco sulla carta non ha alcun senso ma dentro di me trova spazio. E' come se fossi convinta che il Bene sia "dimostrabile", come se fosse divisibile e quantificabile..
vediamo se riesco a spiegarmi, il che sarebbe una gran cosa perchè vorrebbe dire che ho davvero compreso il problema. (e questo credo sia lo scopo della condivisione..)
In pratica mi hanno insegnato che voler bene significa essere sempre presenti, interessarsi della salute dell'altro piuttosto che della sua vita, telefonare spesso abbracciarsi sempre..ecc. ora non è che tutto questo sia sbagliato, se è spontaneo, sorge il problema quando è solo un dovere.
Stavo cominciando a ragionare sul "dovere" pensando alla mia famiglia e dicendomi che forse semplicemente smettendo di farlo per forza avrei arginato il problema. Non so perchè ma la cosa non mi ha convinto, spero di non usare un esempio a sproposito ma immaginando di essere l'arciere e immaginado la mia famiglia come bersaglio ( ) mi è capitato di pensare " e se mi gioco di nuovo il bonus?"...ho dovuto rileggere in giro per capire da dove avevo preso quella frase, ci ho pensato su e così ho deciso che la mia famiglia da capro espiatorio poteva diventare un alleato preziosissimo per capire non tanto l'effetto "mi sento trascurata e invisibile" quanto la causa.
E grazie alle vostre indicazioni ho "lavorato" sul concetto di affetto, di amore, senza smettere però di fare quello che faccio ogni giorno, cercando di osservare quali sono i momenti della giornata o i commenti che mi mettono a disagio.(azione complessa vista la mia quasi totale mancanza di disciplina)
Ne è uscito un abbozzo di idea, il considerare il Bene appunto come una "cosa" divisibile e quantificabile, se mi chiami dieci volte al giorno mi vuoi tanto bene, se mi chiami sei un pò meno e così via.
Un'altra piega drammatica della cosa è che se l'affetto è divisibile, se dai 5 a me e 5 a Tizio ci posso stare mentre se invece dai un 3 a me e uno a Tizio ( riconoscendo un suo merito magari) vado immediatamente in crisi perchè in qualche modo Tizio mi ha "portato via" qualcosa di cui avevo bisogno, se guardi lui non guardi me...stessa cosa se vengo rimproverata, viene meno la "dose quotidiana"
(un angolino di me per esempio adesso sta facendo attrito perchè se scrivo ste cose chissà che ideaccia di me vi farete..ma chissenefrega mi dico fatti aiutare..)
Ma come disintossicarsi? E le reazioni esagerate, la paura e la tristezza sono forse come crisi d'astinenza di un bisogno negato?
pausa, mi faccio un pò di silenzio attorno adesso
ps
possibile che sia attinente al discorso la frase "conta su di me?"
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