Citazione:
Originalmente inviato da Uno
Abbiamo già parlato di Potere decisionale e libero arbitrio dal punto di vista di quanto siamo liberi di fare delle scelte e quanto invece crediamo di poterne fare, ma ora vorrei prendere un'altro punto di vista.
Volendo schematizzare possiamo dire che una scelta consapevole è fatta di 3 azioni:
1) il momento in cui qualcuno (direi pure qualcosa, magari ne parliamo dopo) trovandosi di fronte ad un bivio cerca di vedere la strada, che lo attira, il più possibile avanti.
2) inizia a percorrere quella strada e va fino in fondo.
3) si trova di nuovo a quel bivio (o uno uguale) e prende la stessa strada.
Senza questi tre passaggi non si può dire di aver scelto realmente, di aver scelto consapevolmente.
Spesso ci si ferma al 2° punto, non si percorre la strada "scelta" fino in fondo, ma anche qualora si completi quel percorso non si riconferma la scelta trovandosi nello stesso bivio, quindi quella scelta non era una vera scelta.
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Da quel che dici, penso allora che c'è sempre un bivio ossia c'è sempre quella possibilità di esercitare una scelta.
Quindi tutti si trovano o troveranno di fronte alla circostanza o di cambiare strada o di percorrere quella sulla quale si trovano gia, confermandola.
Cerco di vedere se ho capito con un esempio più o meno pratico o almeno quello che mi viene più semplice.
Tizio sta con Caia, entrambi stanno percorrendo la medesima strada. Da ciò, uno dei due, si trova innanzi a questo bivio. Dunque la possibilità di andare a destra o sinistra in base a " quanto" quella strada lo attira.
A sto punto pensavo anche al " cerca di vedere ", il che forse implica che non vede o che ha la vista annebbiata da una serie di fattori. Tende, insomma, a fare più o meno chiarezza, liberandosi di ciò che forse è superfluo.
In questa mancanza di chiarezza, dunque, è anche possibile prendere/percorrere la strada - di destra o sinistra - nell'illusione che era quella che attirava, al momento appunto della scelta, di più.
La " conferma " che però torna, vale a dire che si ripresenta la medesima circostanza in cui, giocoforza, si è costretti nuovamente ad individuare una strada - destra o sinistra - funge da campanello di allarme?
Cioè se si presenta la possibilità che Tizio deve scegliere una strada, significa anche che quella che precedentemente ha scelto, non era una vera scelta e che, per tale motivo, a distanza si ripresenterà " sempre" quella situazione per cui sarà costretto, come una specie di automatismo, a valutare, di nuovo, destra o sinistra.
La scelta insomma tende a dare un " indirizzo ", un verso in base alla circostanza/possibilità di confermare o no.
Se confermo, consapevolmente, vado avanti e devo necessariamente " prendere " tutto ciò che deriva da quella scelta. In pratica pedalo in quella direzione e non mi lamento se c'è salita o il percorso è sconnesso.
La mancanza di consapevolezza nella conferma fa si che un bivio, anche simile, ci sarà sempre?