Discussione: disordini alimentari
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Vecchio 04-04-2011, 15.15.36   #72
Edera
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Fu Jung il primo a dare importanza a Hermes in psicoterapia, collegandolo alla figura dello psicoterapeuta nei suoi aspetti 'al servizo' del processo terapeutico: a qualunque livello si muoveva, Hermes è diligente ma non elevato come il fratello APollo.
Hermes ha anche connessioni con Ade, come lui indossava il copricapo che rende invisbili, il petaso, con lo stesso stile di coprirsi il capo nascondendo i proprio pensieri o captando i pensieri nascosti degli altri.
Essere invisibili vuol dire anche rimanere in disparte, cosa che offre una prospettiva priviligiata sul mondo, in maniera da percepirne tutte i suoi aspetti senza esserne coinvolti. Il punto di vista di Hermes può e deve fare comprendere in che modo le esperienze del profondo e dell'oscurità possono essere coinciliate con la vita quotidiana.
E' lo psicoterapeuta che si reca da Ade e non deve convincerlo, poichè sarà il dio degli Inferi a chiedere a Persefone di tornare da sua madre.
Le caratteristiche che nel mito si attribuiscono a Hermes sono quelle richieste al terapeuta. Un terapeuta che non ha confini interiori, ma che è capace di stabilire confini anche tra madre e figlia, un terapeuta che conduce nella notte e nel buio dell'inconscio ma che è al servizio, non ha aspetti di luci apollinea ma possiede una sua luce interiore e una mente poichilomètes, un terapeuta che si occupa di rapporti, che partecipa al regno degli altri ma che possiede capacità di dipanare inganni e manipolazioni, che può percorrere tutte le strade senza preclusioni.
Nel mito Hermes è inviato da Zeus e infatti è il padre a favorire il processo terapeutico dopo che ha riconosciuto altri aspetti e trasformazioni nella moglie che solo dopo potrà incontrare la figlia. E' il terapeuta che deve favorire il ricongiungimento della madre con la figlia, facendo accettare alla madre i cambiamenti e alla figlia di non avere più bisogno di manipolazioni e di poter affermare se stessa senza preoccupazioni.
Accoglie il dolore della madre, ma non l'accompagna dalla figlia, è lui che si reca, non dalla fanciulla, che aveva frapposto un muro fra la propria persona e gli altri ma al cospetto di chi o di quegli aspetti che l'hanno portata via,
Ed è il padre, che è stato lasciato furoi dalla diade madre-figlia, che una volta restituito alla sua funzione, permette al terapeuta di 'entrare' nel processo terapeutico.
Il terapeuta ottiene la restituzione della paziente, la quale ha nel frattempo affrontato i necessari processi trasfromativi. Ed è il terapeuta che recandosi negli Inferi, affrontando cioè gli aspetti più terribili della malattia, non deve essere convincente ma esserci.
Hermes non deve convincere Ade che premurosamente esorta Persefone. Il terapeuta deve solo giungere a questa profondità, esserci.
E' un terapeuta che ha affinità per gli abissi.
Ed è il terapeuta che può portare fuori dagli Inferi non Kore ma Persefone.
Lui può prendere le redini del carro e condurla fuori, farla tornare al amre, alle acque dei fiumi e alle vallate erbose, riportarla a tutto ciò che si muove non più sui prati lussureggianti ma questa volta al tempio odoroso di incenso della madre, in una dimensione di spiritualità.

Se serve riporto anche il cap 9 che s'intitola proprio 'L'ACCOMPAGNAMENTO DI HERMES OVVERO IL RUOLO DEL TERAPEUTA', messo verso la fine, tanto sono 3 pagine

Ultima modifica di Edera : 04-04-2011 alle ore 15.18.21.
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