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Vecchio 23-04-2007, 21.50.25   #15
Ray
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Ho riletto il tutto e mi rendo conto che è complicato. Quindi propongo di provare ad aggiungere qualche pezzo per vedere se si incastra meglio, magari soffermandoci su questioni che sono scivolate via troppo rapidamente.

Si parla di osservare le emozioni. Effettivamente è l'unico modo per sviluppare in seguito un controllo. Solo che per osservare qualcosa devo non essere quel qualcosa, ma semmai averlo. Se "sono arrabbiato" non vedrò la rabbia, se "ho della rabbia" (la sento)potrò vederla. Tra i due stati c'è un'enorme differenza.

L'emozione non gestita (come altre manifestazioni interiori come il chiacchericcio mentale) si comporta come un gas... ovvero tende ad espandersi, ad occupare tutto lo spazio disponibile. Nel farlo, nel dilatarsi, riduce la sua densità, dandoci un minimo di sollievo... sollievo che paghiamo con l'identificazione.
Quando la rabbia sorge, se non trova freni, essa "sale" e si espande fino ad occuparci tutti e da emozoine diventa stato d'animo... da "ho rabbia" passiamo in un lampo a "sono arrabbiato". Se, a questo punto, continua a non trovare freni, inizia ad uscire tramite espressione. Nel meccanico la cosa è un tutt'uno... in un attimo si passa dalla rabbia che sorge a io che reagisco esprimendola.

Per poter osservare la rabbia devo mettermi in un punto di osservazione in cui la rabbia non c'è... mi serve uno spazio, anche minimo, "vuoto di rabbia". La rabbia non deve occupare tutto lo spazio "me stesso". Questo spazio può essere anche interno (dico così perchè spesso si sente dire "entrare nell'emozione").

Tento un esempio. Pensiamo di essere una bottiglia senza tappo. Diciamo una bottiglia verde di quelle di vino e diciamo che lo stato neutro è bottiglia vuota. Quando la rabbia sorge è come una piccola bottiglia rossa che nasce all'interno di quella verde. E subito inizia a crescere di dimensioni fino ad occupare tutta la verde. Quando l'ha occupata tutta (dato che è come un gas ma con una forma) esce dal di sopra.

La prima cosa che possiamo fare è mettere un tappo (non esprimere). Solo che se la bottiglia rossa continua ad occupare tutta la verde noi (che siamo la verde) non osserviamo nulla. Ci serve che sia un minimo più piccola (o noi un minimo più grandi) per vederla. Ci serve uno spazio di "aria" in cui la rabbia non c'è. A quel punto possiamo dire che c'è un "noi" (una parte di noi) che non è rabbia... ovvero abbiamo della rabbia.

Se noi siamo in quel punto d'osservazione siamo in quella condizione per la quale sentiamo rabbia ma non lo siamo, non ci siamo identificati.

Questo spazio d'aria, come accennavo, può anche essere interno alla rossa... infatti se pensiamo un attimo vediamo che una cosa è frenare l'espansione della rossa... altra cosa è comprimerla dopo espansa, che è si un renderla più piccola di dimensioni, ma anche un aumentarne la densità e quindi la temperatura (e si rischia la re-pressione (premere di nuovo)).

Mi fermo un po'...
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